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Pescara, 24/11/2024
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Data: 31/05/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Una lettera contro Pagano, i parlamentari con Febbo. L’ex assessore vuole la guida del partito l’alternativa resta Chiodi

PESCARA In Forza Italia la strada per la successione alla guida del partito sembra adesso un affare a due: da un lato Mauro Febbo (nella foto), che proprio nelle ultime ore ha stilato un durissimo documento contro i vertiti regionali, e dall'altro Gianni Chiodi, naturale capo dell'opposizione dopo la sconfitta del 25 maggio, che ha già anticipato il suo progetto di riunire tutti i moderati per puntare al rilancio del centrodestra. Il coordinatore abruzzese di Fi, Nazario Pagano, tace. Sembra impermeabile alle critiche che continuano ad arrivare dal suo partito dopo la batosta delle urne. Febbo lo stimola al dibattito e non crede che aspettare l'esito del ballottaggio nei Comuni possa servire a qualcosa, come invece ha proposto Lorenzo Sospiri.
«Cosa volete che dica Pagano -osserva Febbo- Anche a Pescara la distanza tra Alessandrini e Mascia è sotto gli occhi di tutti. La verità è che io sto lavorando a un documento che hanno già sottoscritto in tanti. La maggior parte dei parlamentari e dei consiglieri regionali è con me». L'ex assessore regionale alle Politiche agricole, rieletto nella circoscrizione di Chieti, preferisce tuttavia non svelare il contenuto del documento: «Prima è giusto presentarlo al coordinamento del partito». Coordinamento di cui però non c'è traccia di convocazione, visto che Pagano non batte un colpo. Febbo fa poi un'altra precisazione: «Non ho detto che Pagano deve dimettersi, ma che deve convocare il coordinamento presentandosi dimissionario. Poi sarà il partito a decidere».
Questione di lana caprina dopo i numerosi errori contestati sia al coordinatore regionale che allo stesso Gianni Chiodi per come è stata gestita la campagna elettorale, non solo sul piano politico (composizione delle liste, tradimenti annunciati, dirigenti infedeli) ma anche su quello dell'azione di governo di fine legislatura: «La mancata applicazione della variazione di bilancio legata alla legge 59 -incalza Febbo-, ha impedito di dare un segnale concreto al territorio e di intervenire in favore di alcune categorie come quelle della marineria, degli allevatori, dei disabili e dei centri di ricerca regionali. Io vado avanti per la mia strada e con grande coerenza continuo a sostenere le mie contestazioni».

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