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Data: 01/06/2014
Testata giornalistica: Il Tempo
L’Atac e gli autisti «non alla guida» Il caso-esuberi finisce in procura

Mentre il centrodestra insorge contro la gestione del personale dell’Atac annunciando di portare tutto in procura, l’azienda replica alla prima lista degli «imboscati» pubblicata da Il Tempo : «È priva di qualsiasi fondamento. Si sta tentando di sminuire il grande sforzo di risanamentoche Atac ha messo in campo».

Risanamento che prevede da una parte 323 esuberi, assunti nell’era Alemanno e che oggi rischiano il posto, dall’altra 429 persone, la maggior parte delle quali vicine al sindacato della Cgil e assunte durante le amministrazioni Rutelli e Veltroni, passate nel corso della loro carriera dal volante alla scrivania.

Un esercito di dipendenti assunti come autisti e operai, tra cui circa 200 ex Sta - l’azienda creata dalla Giunta Rutelli per gestire le allora neonate strisce blu - dislocati negli uffici Atac sparsi per tutta Roma - più in particolare in quelli di via Silone - codificati dall’azienda di trasporto pubblico capitolino come «autisti non alla guida».

Alla pubblicazione della notizia su presunti e differenti trattatamenti di favore rispetto alla possibile messa in mobilità di una parte del personale, l’azienda ha elaborato una risposta che non chiarisce fino in fondo lo stato dell’arte. La nota dell’Atac spiega - fra le altre cose - che tra le persone spostate negli uffici ci sono «persone cessate dal servizio, disabili, inidonei e personale che svolge normalmente funzioni compatibili con le rispettive qualifiche professionali, tra le quali attività di supporto all’esercizio (come ad esempio capolinea e sala ioperativa). In tal senso l’azienda stigmatizza chi, ancora una volta, e con evidente finalità destabilizzante, cerca di sminuire il grande sforzo di ridimensionamento che Atac ha messo in campo, veicolando strumentalmente informazioni non controllate». Atac però non spiega quante siano queste persone passate dal volante alle scrivanie degli uffici.

E per questo motivo numerosi esponenti del centrodestra chiedono chiarezza e annunciano un ricorso all’autorità giudiziaria. A cominciare da Fabrizio Ghera, ex assessore ai Lavori pubblici del sindaco Alemanno oggi capogruppo in Capidoglio per FdI-An. Sentito telefonicamente da Il Tempo , assicura: «Martedì invierò un esposto in procura per verificare se sussistono profili di rilevanza penale nella gestione del personale Atac. Basta anche una sola persona per andare a fondo a questa storia. Ho già presentato una mozione in Consiglio comunale - ricorda Ghera - per chiedere al sindaco Marino di tagliare i costi in eccesso, i superminimi ad personam, le consulenze esterne e i benefit in eccesso che rappresentano costi per la municipalizzata».

Ma è la sorte degli assunti nell’era Alemanno a preoccupare. «Come FdI-An chiediamo di ritirare la legge 223 che prevede il licenziamento del personale in esubero». Alla voce di Ghera si sono aggiunte quelle del capogruppo Ncd in Campidoglio, Sveva Belviso: «Le notizie apparse sulla stampa gettano nuove ombre sulla già dissennata gestione del personale nell’azienda. Serve un’operazione di trasparenza. In Consiglio comunale è stata istituita una commissione di indagine sull’Atac. Si faccia chiarezza in questa sede». Della necessità di «un’operazione verità» è convinto anche Vincenzo Piso, deputato Ncd, che annuncia la presentazione di un’interrogazione parlamentare sulla vicenda degli «imboscati». Il consigliere capitolino Ignazio Cozzoli, invece, dalla commissione Bilancio di Roma Capitale chiama direttamente in causa l’attuale capo del personale Atac, Giuseppe De Paoli, chiedendone un’audizione su «questa ignobile vicenda». De Paoli, va ricordato, era già salito agli onori delle cronache a febbraio dopo che la Corte dei Conti aveva chiesto all’Atac informazioni proprio sulla sua assunzione. L’indagine della magistratura contabile è volta ad accertare le procedure di reclutamento dell’ex dirigente Alitalia De Paoli, che sarebbe stato assunto con contratto a tempo indeterminato - per 200mila euro l’anno - senza una procedura di bando pubblico, ma per chiamata diretta. Ipotesi che ha spinto la Corte ad aprire un fascicolo per danno erariale.

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