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Pescara, 24/11/2024
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Data: 01/06/2014
Testata giornalistica: Il Centro
«Caro Nazario, adesso basta» Resa dei conti in Forza Italia. Dopo Febbo anche il senatore Di Stefano accusa il presidente regionale del partito e diserta la riunione del Comitato. Voci di un cambio da Roma, ma l’interessato smentisce

L'AQUILA. «In questi giorni sta emergendo ,con assoluta chiarezza, ma per noi senza stupore, la commedia della nuova legge elettorale: sarebbe il caso di ricordare che l'unico gruppo regionale che ha votato contro la nuova legge elettorale è stato il gruppo del Pd». A rimarcarlo è il capogruppo uscente in consiglio regionale del Pd, Camillo D'Alessandro. «Oggi», ha aggiunto, «si va verso una attribuzione di seggi che darà luogo a ricorsi: questa è l'ultimo regalo di Chiodi e della ormai ex maggioranza». Intanto la Corte d'Appello, a causa proprio delle difficoltà d’interpretazione della nuova legge regionale, ha preso tempo per la proclamazione degli eletti. Il lavoro dell'ufficio centrale regionale dovrebbe cominciare martedì, visto che sta terminando l'esame da parte delle commissioni circoscrizionali centrali insediate nei tribunali dei quattro capoluoghi di provincia.PESCARA «L'uomo probo e l'arciere che manca il bersaglio ricercano in se stessi la causa del proprio errore»: prende spunto da un pensiero di Confucio il senatore di Forza Italia Fabrizio Di Stefano per entrare a gamba tesa sul presidente regionale Nazario Pagano e nella polemica che diaspora che divide il partito dopo i risultati delle elezioni regionali. Lo spunto arriva dalla convocazione da parte di Pagano del Comitato regionale Fi. La riunione, sì, si è svolta ma alla presenza di pochi illustri. Non c'erano i consiglieri regionali vecchi e nuovi e non c'erano neanche i tre parlamentari abruzzesi perché gli inviti non erano stati inviati. Solo a tarda ora, pare, che sia stato fatto un tentativo per riparare alla “dimenticanza”, ma a quel punto la frittata era fatta. Al punto da provocare un ulteriore peggioramento del clima da “resa dei conti” che sta respirando in questi giorni il partito con gli ex An, come appunto Di Stefano, che chiedono la testa di Pagano. «Caro Nazario, non ho inteso partecipare alla riunione di stamattina non tanto per l'irritualità di una convocazione di noi parlamentari, fatta letteralmente ad horas (raggiunti da te solo ieri in tarda serata con una telefonata) ma soprattutto perché la ritengo, così come da te congeniata, non utile», scrive Di Stefano, secondo cui se c'era da fare un confronto e cercare un coinvolgimento che lui stesso ha chiesto e auspicato, «lo si sarebbe dovuto fare sin dalla formazione delle liste e dalla individuazione della strategia elettorale; cosa che invece», punta l’indice Di Stefano, «hai gestito in totale solitudine o, penso, con il solo confronto con il presidente Chiodi». Il confronto, secondo il senatore, si sarebbe dovuto fare con la più ampia partecipazione possibile: «Avrebbero dovuto essere coinvolti infatti tutti coloro che in prima persona, in questa sfida, come si suol dire, "ci hanno messo la faccia"; cioè con tutti i nostri candidati. Constato invece che neppure i consiglieri eletti sono stati convocati». Di Stefano preferisce così rinviare un'analisi a dopo i ballottaggi: «Concentrandoci sugli stessi con il massimo delle energie e considerando che a Pescara, per le comunali, con un'azione più lungimirante e volta a coinvolgere e non ad escludere, forse si sarebbe potuta evitare una divisione così lacerante». Il senatore annuncia che il confronto lo cerchera dopo l'8 con le donne e gli uomini «che sono da sempre in trincea e lo sono stati anche in questa campagna elettorale, ed a cui deve andare tutto il ringraziamento del partito,e non come stamattina (ieri mattina), solo con un organismo autoreferenziale». La riunione, a quanto si sa, c’è stata lo stesso: tra le varie questioni è stata analizzata la recente tornata elettorale, punto all'ordine del giorno. Ma per le altre questioni l'appuntamento è stato rinviato a dopo i ballottaggi. Molto critico continua ad essere Mauro Febbo (anche lui ex An), che definisce quella di ieri come una "riunione carbonara". «In tanti non siamo stati invitati, non c'erano i parlamentari, erano presenti solo otto persone», racconta l’ex assessore regionale, «e Pagano ha preso le “botte” da tutti. La classe dirigente di Forza Italia si dà appuntamento al 9, dopo i ballottaggi. Inviteremo anche Pagano per fargli sentire che forza ha il partito». Più in generale, secondo Febbo, lo stato di salute di Forza Italia, in Abruzzo, «è ottimo». «C'è una voglia di reazione enorme», sottolinea, «la gente ormai vuole che il partito sia fatto dal territorio,basta con le nomine provenienti da Roma. I cittadini», conclude Mauro Febbo, «vogliono partecipare alle attività di partito, vogliono i congressi e vogliono anche le primarie per la scelta dei candidati». Intanto c'è chi dice che da Roma possono presto essere sostituiti i vertici, ma Pagano ieri si è detto tranquillo da questo punto di vista assicurando che lui non sarà rimosso.

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