TERAMO Nessun apparentamento ufficiale ma spazio agli appoggi esterni. La “grande alleanza” che sta nascendo per il ballottaggio dell’8 giugno intorno a Manola Di Pasquale, rimasta in corsa con il sindaco uscente Maurizio Brucchi, non contempla legami di parentela politica. È così per tre dei cinque schieramenti che domenica non hanno superato il primo turno elettorale. RABBUFFO. L’ultimo, in ordine di tempo, ad aderire al patto politico per dare una nuova guida alla città è Berardo Rabbuffo, che convoglierà i voti suoi e delle due liste a lui collegate sulla candidata di Pd e “Teramo cambia”. «Hanno trovato accoglienza alcune nostre idee programmatiche», spiega, «relative al Comune, visto non più come centro di potere ma di servizi ai cittadini, alle gare d’appalto per tutte le opere, che garantiscono trasparenza e rispetto per le imprese, alla trasformazione del Castello in enoteca regionale». Rabbuffo e i suoi sostenitori, che rientrano principalmente nell’area di centrodestra e rivendicano il merito di aver portato la città al ballottaggio, hanno scelto quello che ritengono il male minore. «Tra l’idea del vecchio e una possibilità di cambiamento rappresentata anche dagli ulteriori innesti nello schieramento di Manola Di Pasquale», afferma, «riteniamo giusto sostenere, nella situazione che si è creata, la grande alleanza». Contatti ci sono stati anche con Paolo Gatti. «È stato l’unico di quella parte a chiamarmi e mi ha messo in difficoltà», rivela Rabbuffo, «ma quello che non mi è andato bene finora non posso accettarlo adesso: se avessi voluto uno strapuntino avrei detto subito che Brucchi era il migliore». L’assessore regionale uscente conferma la telefonata. «L’ho chiamato per un atto di cortesia e rispetto», precisa, «ma mi pare spinto più dal risentimento che dal sentimento e dalla ragione». IL GAZEBO. Gatti è al fianco di Brucchi nel gazebo allestito dal centrodestra a piazza Martiri per lanciare lo sprint verso la sfida finale. «Affrontiamo il ballottaggio con grande serenità ma solo con le nostre forze», sottolinea il sindaco, «i 192 candidati nelle nostre liste sono pronti a scendere in campo per ripetere il risultato del primo turno e migliorarlo». Domenica prossima il centrodestra troverà dall’altra parte della barricata anche gli schieramenti di Gianluca Pomante e Graziella Cordone, anch’essi pronti all’appoggio esterno a Manola Di Pasquale. La “grande alleanza”, secondo Brucchi, è una prosaica convergenza d’interessi personali. «Non fanno apparentamenti ufficiali perché altrimenti perderebbero qualche poltroncina», sottolinea il sindaco, «stanno costruendo la coalizione sulle promesse e sull’individualismo». Brucchi, che ha inviato un telegramma di auguri al nuovo governatore abruzzese Luciano D’Alfonso, andrà al ballottaggio senza nuovi alleati. «Il nostro programma non coincide con gli altri», tiene a evidenziare, «noi ad esempio siamo per la famiglia tradizionale mentre loro pensano alle coppie di fatto». Davanti al gazebo si accende una discussione all’arrivo di uno degli artisti che hanno occupato l’ex Oviesse, che contesta Brucchi e i suoi, ma dura poco. In piazza c’è anche il centrosinistra. Il gazebo per Manola Di Pasquale è posizionato a pochi metri di distanza da quello del centrodestra ma lancia un messaggio opposto: “A Teramo conviene cambiare come in Europa, in Italia e in Abruzzo”.