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Data: 01/06/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Rabbuffo-Di Pasquale via all’appoggio esterno. L’ex assessore di Brucchi «Meglio un’anatra zoppa che una papera muta»

«Meglio un’anatra zoppa che una papera muta». A fare la sintesi nella querelle che si è accesa tra centrodestra e centrosinistra in vista del ballottaggio dell’8 giugno, tra Manola Di Pasquale e Maurizio Bruchi, è Berardo Rabbuffo. Ieri l’ex candidato sindaco della lista Libera Teramo ha chiarito la sua posizione: appoggio esterno a Manola Di Pasquale e alla sua coalizione, a patto che vengano rispettati alcuni punti. Una scelta condivisa anche dagli altri ex candidati sindaci. «Il Comune non deve più essere un centro di potere ma erogare servizi, bisogna fare le gare d’appalto anche per gli importi sotto soglia, per rispettare tutte le piccole imprese». Rabbuffo ha chiesto anche di condividere la sua idea di rilancio per il Castello della Monica, che dovrebbe diventare un’enoteca regionale. «Non sono in cerca di strapuntini- ha chiarito Rabbuffo- voglio mantenere la mia libertà di critica, non avrei mai potuto appoggiare la candidatura di Brucchi, che è calata dall’alto. Paolo Gatti mi ha cercato, ma in extremis, è stato l’unico del centrodestra a chiamarmi, ma avevo già deciso».
Gatti, che ieri mattina era a fianco del sindaco uscente nel gazebo allestito in piazza Martiri ha chiarito la questione. «Volevo comprendere la sua posizione, come atto di cortesia, ma ho visto che è guidato più dal risentimento che dal sentimento». Brucchi, che, insieme alla sua squadra ha sfoggiato la maglietta con il nuovo slogan «Teramo vince con Te», ha lanciato un appello ai suoi elettori, affinché continuino a sostenerlo, e ha anche ribadito il pericolo dell’«anatra zoppa» in caso della vittoria al ballottaggio di Manola Di Pasquale. «Abbiamo 19 consiglieri su 32, non potrebbe mai avere la maggioranza in Consiglio comunale, getterebbe il Comune nel caos e si andrebbe al Commissariamento. Farebbe meglio a compiere un atto di responsabilità, ritirandosi dal ballottaggio».
Duro anche l’affondo contro gli alleati della Di Pasquale, ossia Gianluca Pomante, Graziella Cordone e Giorgio Giannella, che hanno ufficializzato la loro posizione: nessun apparentamento ma appoggio esterno per una coalizione anti-Brucchi. «Una scelta- ha commentato Brucchi- legata all’ego e all’individualismo, perché in questo modo si garantiscono le poltrone in Consiglio. C’è qualcuno che ha anche contrattato il vicesindaco e la presidenza di enti importanti. Ma ribadisco: se vince Manola al massimo dura 10 giorni». Intanto la candidata Di Pasquale in una nota risponde a delle «voci» che il centrodestra starebbe facendo circolare in merito ai dipendenti Team. «La mia idea di rimodulazione del servizio di igiene ambientale è finalizzata esclusivamente alla riduzione del costo della tariffa sui rifiuti, non ho parlato di licenziamenti. Queste voci infondate manifestano la paura che ha Brucchi di affrontare, a viso aperto, la campagna elettorale con me».

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