ROMA La parola d’ordine è gettare acqua sul fuoco. Così, dopo il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Graziano Delrìo, è direttamente il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a tentare di rassicurare sull’impatto della Tasi, la nuova tassa sulla casa, dopo il paventato rischio di aumenti fino al 60 per cento rispetto allo scorso anno lanciato dalla Banca d’Italia. «L’aumento», ha detto il ministro, «era atteso» ed è solo « apparentemente gigantesco». La spiegazione è quella già data da Delrìo ventiquattore prima. Il confronto tra Tasi e Imu non può essere fatto rispetto a quanto pagato nel 2013, perché l’anno scorso grazie al «bonus Letta» la tassa non è stata versata sulle prime case.
IL CONTO ESATTO
Il paragone, insomma, deve essere fatto con il 2012, quanto invece l’Imu del governo Monti è stata applicata anche alle prime abitazioni. «L’aggiustamento», ha sottolineato Padoan, «era già previsto, starà ai Comuni decidere quali aliquote applicare». Secondo le simulazione di Bankitalia, valutando un caso «standard», se i Comuni applicheranno l’aliquota massima del 2,5 per mille, allora il costo sarà più o meno lo stesso del 2012. Il punto è che gran parte dei sindaci non ha ancora stabilito le aliquote, tanto che la prossima settimana il governo sarà costretto a emanare un decreto per spostare ad ottobre la scadenza del pagamento per i municipi ritardatari.
La Tasi non è stato l’unico argomento affrontato ieri da Padoan. Il ministro, presente al festival dell’Economia di Trento, ha risposto alle domande della platea. E a chi gli chiedeva la sua opinione su un eventuale abbassamento dell’età pensionabile ha risposto che lui vedrebbe più di buon occhio «un graduale innalzamento». Innalzamento che nei fatti già esiste, considerato che le varie riforme degli ultimi anni, hanno introdotto un adeguamento automatico dell’età di pensionamento alle speranze di vita. In una nota ha poi precisato la sua contrarietà ad « abbassare l'età pensionabile che stanno facendo alcuni Paesi». Padoan aveva precedentemente fatto riferimento alla Germania.
ROMA E BRUXELLES
Molti dei passaggi del discorso del ministro dell’Economia hanno comunque riguardato i temi dell’Europa. La prossima settimana è atteso il giudizio di Bruxelles sui conti italiani. «Mi aspetto», ha detto il ministro, «una diversità di opinione» ma, ha aggiunto, è «nella normale dialettica». Padoan è consapevole che Roma si presenterà all’appuntamento forte anche dello straordinario risultato alle elezioni europee del Pd di Matteo Renzi. Una circostanza che lo rende particolarmente fiducioso. «Le condizioni della Commissione europea», ha sottolineato, riguardano soprattutto le riforme strutturali e spero», ha aggiunto, «che si riconosca uno sforzo molto importante e di conseguenza un miglioramento permanente della performance dell’economia». In mattinata, al Wsj, si era lanciato oltre, chiedendo un «differente profilo di bilancio» a chi realizza le riforme. Insomma, una sorta di premio dell’Europa ai virtuosi in questo senso. Dal confronto europeo, ha spiegato poi il ministro, Roma non ha intenzione di «svicolare» ma spingerà perché dopo il consolidamento dei conti sul tavolo venga messa soprattutto la crescita e l’occupazione. Il ministro ha poi chiarito che il governo per il momento non modificherà le stime sulla crescita nel 2014. «Per adesso non cambiamo le previsioni», ha affermato. L’esecutivo prevede per quest’anno una crescita del Pil dello 0,8%. Il ministro si è soffermato anche sul bonus di 80 euro, assicurando che sarà «strutturale» e che il governo è già al lavoro per reperire le risorse con la legge di Stabilità. Il commissario Carlo Cottarelli continua a lavorare sul dossier della spending review, ha rassicurato Padoan a chi gli faceva notare la scomparsa (mediatica) di »Mr forbici», dicendo scherzosamente, che Cottarelli è «alive and kicking», in pratica vivo e vegeto.