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Pescara, 24/11/2024
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Data: 01/06/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Autostrada A14. Volo in auto, morte madre e figlia. Precipitano dai 60 metri del viadotto Riccio a Ortona, grave il padre. Erano di Pescara. Dito puntato sulla tenuta delle barriere

ORTONA Una curva presa male, l'auto che schizza come un proiettile contro il guard rail. Una recinzione non abbastanza salda per contenere l'urto così l'auto finisce giù dal ponte. Sessanta metri di caduti libera per andarsi poi a schiantare sul terreno sottostante. E così, un'allegra serata pregustata con gli amici, dalla famiglia pescarese a bordo della Golf grigia si trasforma in una immane tragedia: Emanuela Morosini 39 anni e la sua bambina Vittoria di 10, muoiono sul colpo. Gravissime invece le condizioni del capofamiglia, Angelo Aristone, di quarant’anni, impiegato di banca a Villamagna, ricoverato all’ospedale di Pescara in coma. Le sue condizioni sono gravissime. Ancora sangue sull'autostrada A14, al chilometro 103, tra i Comuni di Francavilla e Ortona. Un tratto maledetto dove gli incidenti sono all'ordine del giorno e, dove, le norme di sicurezza fanno discutere da sempre. Il guard rail, privo di base di cemento, agli urti si piega come burro aprendo così varchi pericolosi per i mezzi che invece, in caso di collisione, dovrebbero essere protetti e contenuti. Mamma, papà, e bimba stavano percorrendo l'autostrada in direzione sud quando, per cause che devono ancora essere accertate, a circa metà del curvone che piega a sinistra sul ponte Riccio, Aristone ha perso il controllo dell'auto. Forse un guasto meccanico, oppure un malore dell’autista. A far sbandare la Golf che secondo testimoni a un certo punto della manovra invece di continuare a sterzare ha raddrizzato la traiettoria. Poi il salto nel vuoto e una volta atterrata la vettura si è accartocciata su se stessa imprigionando i tre corpi. A dare l’allarme sono stati i testimoni che inorriditi hanno telefonato al 118 e alla polizia stradale. Sul posto sono arrivati polizia autostradale di Pescara, carabinieri di Ortona e ambulanza del 118. Decisivo l’intervento dei vigili del fuoco di Chieti e Ortona che a bordo dell’elicottero hanno dapprima sorvolato la zona dell’incidente poi si sono dati da fare per recuperare le persone che tutti speravano fossero solo ferite. Durante il primo volo si sono calati col verricello fino a valle caricando per primo l’uomo ancora vivo, ma in gravissime condizioni. Poi il secondo mesto viaggio che ha riportato dal baratro i corpi senza vita di mamma e figlia. Angelo Aristone è stato trasportato all’ospedale Spirito Santo di Pescara, costantemente monitorato nel reparto di Rianimazione. La piccola Vittoria e la mamma Emanuela sono state adagiate a una trentina di metri dal luogo della tragedia, su uno spiazzo che confina con il cimitero di Villagrande. In tarda serata il magistrato ha dato l’autorizzazione per la rimozione dei corpi. Subito dopo l’incidente, che a sua volta ha a provocato una serie di tamponamenti sulla carreggiata sud, il tratto stradale è stato chiuso al traffico per essere riaperto dopo qualche ora. In ospedale sono finiti, in stato di choc e solo con qualche contusione, S.P. 35 anni, M.P. 2 anni e Z.P. di 37, una famiglia residente in Molise. Intorno alle 21, gli uomini della polizia autostradale hanno disposto un’altra chiusura per consentire il recupero del mezzo volato giù dal cavalcavia. L’operazione è stata eseguita dai vigili del fuoco di Chieti e di Ortona utilizzando una gru gigante. La circolazione sul tratto dell’ A-14 è tornata regolare solo in tarda serata. Spetterà ora agli agenti del Coa di Città Sant’Angelo stabilire le cause che hanno determinato la tragedia. Oltre all’ipotesi del guasto meccanico ai freni del veicolo e di un possibile malore dell’autista a far perdere il controllo dell’auto potrebbe essere stata una manovra sbagliata diventata fatale a causa dell’asfalto reso viscido dalla pioggia battente. Ma si tratta solo di ipotesi.


Polemiche dopo la tragedia del bus in Irpinia, mercoledì sequestri sull’autostrada del Sole
Dito puntato sulla tenuta delle barriere

PESCARA Si è parlato per mesi di quella terribile domenica 28 luglio dello scorso anno, in cui un pullman, sfondando una barriera del tratto appenninico dell'A16, finì giù dal viadotto Acqualonga a Monteforte Irpino in Campania, causando la morte di 40 passeggeri. Se è vero che alcune perizie parlarono di problemi all'impianto frenante, è in fase di accertamento se alcune responsabilità siano o meno da imputare alla tenute delle barriere stesse. Nelle indagini relative all'incidente di ieri, che ha visto una famiglia distrutta, dopo un volo di 60 metri, all'altezza del viadotto del Riccio a Ortona, potrebbe risultare determinante un accertamento in merito alla tenuta del guard rail. Proprio mercoledì scorso, la polizia stradale ha sequestrato alcune barriere autostradali, giudicate degradate e quindi insicure. Il provvedimento ha avuto per oggetto l'Autostrada del Sole (A1), nello sfortunato tratto tra Barberino del Mugello e Roncobilaccio. Si parla, molto spesso di blocchi di calcestruzzo disallineati e privi dei giunti di collegamento. Tra gli altri problemi emersi, spiega la polstrada, c’è «insufficiente collegamento longitudinale al piede delle barriere, deterioramento del calcestruzzo ed esposizione dei ferri di armatura, mancanza di tirafondi, e in generale fenomeni di degrado tra barriere e cordoli». Nel mirino degli inquirenti le barriere in calcestruzzo, disguidi tuttavia sono stati riscontrati anche nei guard rail in alluminio, di più largo utilizzo nelle autostrade abruzzesi. Le ipotesi di reato, a carico di soggetti ancora da individuare, riguardano la mancata osservanza degli obblighi derivanti da un contratto di fornitura con lo Stato, essendo in difetto, in tutto o in parte, cose od opere necessarie al pubblico servizio. Problemi strutturali che potrebbero essere riscontrati in più parti del circuito autostradale che attraversa la Penisola. In effetti, l'inchiesta fiorentina è partita proprio da una segnalazione della Procura di Avellino: le barriere delle due autostrade sono simili, forse anche “coetanee” (quelle dell'A16 sono lì dal 1989). E i rilievi della Polstrada hanno dimostrato che, in più di un punto, simili erano anche le condizioni di degrado. Un disagio strutturale che potrebbe interessare anche nostri tratti di autostrada.

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