PESCARA Tecnicamente si chiama indennità di fine mandato. Fuori dal burocratese, e più laicamente, l’hanno ribattezzata ”di reinserimento” e mai come quest’anno il titolo rivisto e corretto servirà visto che i consiglieri da 45 scenderanno a trenta e il ricambio che si prospetta sembra abbastanza importante. In altre parole, saranno in molti i politici che dovranno reinserirsi nel mondo del lavoro. Avranno di che consolarsi visto che la legge, fuori dal trattamento di fine rapporto, ha previsto una vocina simpaticissima che garantisce un gruzzoletto decisamente cospicuo.
Nel dettaglio l’indennità di fine mandato viene pagata a tutti i consiglieri che cessano dalla carica tranne a quelli che sono stati per più di dieci anni in Consiglio e, solo in questo caso, viene liquidata allo scadere del decimo anno. In Abruzzo si è appena chiusa la nona legislatura e il quantum a testa per chi è alla prima elezione si calcola moltiplicando l’indennità di carica di una mensilità (6600 euro) per gli anni di consiliatura (cinque) più il rateo in dodicesimi degli eventuali ulteriori mesi di lavoro (nel caso di specie dell’Abruzzo, cinque, quindi altri 2750 euro) Totale: 35 mila euro (tutti i valori espressi sono lordi). L’uscita di cassa complessiva da versare ai 45 consiglieri appena decaduti ammonta a circa un milione e mezzo di euro. In realtà, essendoci almeno una decina di consiglierI che verranno confermati all’Emiciclo la cifra comulativa sarà più bassa; per contro in questa legislatura ci sono consiglieri reduci dall’ottava consiliatura, quella di Del Turco e matureranno di più. Ad ogni buon conto e per onore di cronaca, la voce è stata rimaneggiata come quasi tutte le indennità per volere del governo Monti. Va ricordato anche che l’Abruzzo da questa consiliatura non garantirà i vitalizi. E’ interessante rilevare che alcuni dei consiglieri, una ventina, molti dei quali appena decaduti hanno rinunciato all’assegno mensile di 2400 euro per i prossimi vent’anni (scatterebbe però al compimento del 60° anno di età) accettando una liquidazione sostitutiva e scontata che ammonta a 84 mila euro da ricevere però in soluzione unica.