ROMA Adesso c’è il timbro ufficiale. L’alleanza tra Etihad ed Alitalia può decollare davvero. Ieri, dopo una settimana di suspance, è arrivata sul tavolo dell’ad Gabriele Del Torchio e del presidente Roberto Colaninno la tanto attesa lettera d’intenti degli arabi che chiude la partita, segnando una svolta nella lunga trattativa e aprendo contestualmente il negoziato finale che porterà alle nozze. Inizia quindi una nuova era per il vettore tricolore che riunirà venerdì il cda per entrare nel merito e blindare l’operazione. Il passo più importante, al di là delle tecnicalità specifiche, è comunque fatto. E spetterà adesso ai rispettivi management declinare l’accordo che prevede, come è noto, l’ingresso degli arabi in una Newco (49% Etihad, 51% soci italiani) che darà vita alla nuova Alitalia.
LA SVOLTA
Dopo sei mesi di trattative, due governi (Letta e Renzi) e il rischio concreto di far saltare tutto in vista del traguardo, ieri da Abu Dhabi è arrivato il via libera. «Siamo lieti di poter andare avanti con questa operazione e confidiamo di raggiungere la positiva conclusione della transazione proposta ad Alitalia», ha scritto nero su bianco il ceo di Etihad, James Hogan, facendo tirare un sospiro di sollievo ai soci di Cai. Un passaggio formale ma decisivo in cui, con la lettera di risposta attesa da quando il 15 maggio Alitalia aveva mandato ad Abu Dhabi l'ultima proposta, la compagnia emiratina fissa «le condizioni e i criteri» per l'investimento. Dagli Emirati, si sa, c'è la disponibilità ad un investimento fino a 600 milioni, con la messa a punto di un maxi piano industriale che prevede, tra l’altro, più rotte e destinazioni intercontinentali e la trasformazione in cinque anni di Alitalia in una compagnia a 5 stelle. Come accennato, adesso partirà il lavoro di limatura dell’intesa con le banche azioniste che dovranno convertire o cancellare crediti vantati per circa 562 milioni. L’intenzione è di cancellare un terzo delle passività, mentre sulla parte restante si starebbe valutando un prestito convertendo a due o tre anni.
NUOVA ROTTA
Nella Nuova Alitalia verrà conferita l’operatività e tutto il business sano, mentre nella «vecchia» Alitalia resteranno i debiti e i contenziosi pregressi. Una scatola che sarà gestita dalle banche e dai soci Cai per modulare i sacrifici ed evitare impatti troppo pesanti sui bilanci. Ci vorrà circa un mese - dicono dalla sede di Alitalia - per la messa a punto definitiva. Ma il clima è di grande soddisfazione. Dai vertici del vettore tricolore i commenti sono più che positivi. «È un'eccellente prospettiva per Alitalia», dice l'ad Gabriele Del Torchio. «Perchè quest’investimento assicurerà una stabilità finanziaria ed è la conferma del ruolo chiave di Alitalia quale asset infrastrutturale strategico per lo sviluppo del settore dei viaggi e del turismo nel nostro Paese». Sulla stessa linea il presidente Roberto Colaninno che aggiunge: «Siamo lieti che l'operazione prosegua con Etihad Airways, che rappresenta per Alitalia un partner strategico ideale per rafforzare le prospettive di crescita a lungo termine della compagnia». La ciliegina la mette James Hogan, il grande capo di Etihad che ha negoziato con fermezza in questi mesi: «Una partecipazione azionaria in Alitalia sarà utile non solo alle due compagnie, ma ciò che più conta è che questa partecipazione darà più scelta e maggiori opportunità di viaggio a chi si muove per affari o per turismo da e per l'Italia».