PESCARA Chiusi ufficialmente gli apparentamenti a Pescara e a Montesilvano senza sorprese. Il sindaco uscente del capoluogo adriatico, Luigi Albore Mascia, ha incassato come da copione il sostegno dell’ex nemico Guerino Testa e delle sue quattro liste e della lista civica di Vincenzo Serraiocco, che era stato un suo assessore; ci hanno ripensato ad accordarsi con Mascia, invece, Florio Corneli (Pescara a colori) e Roberto De Camillis, che in un primo momento avevano pensato di formare un cartello unico a sostegno del candidato del centrodestra. A Montesilvano, Lino Ruggero (centrosinistra) si è accordato con l’ex sindaco Attilio Di Mattia dopo un tira-e-molla risolto in extremis. A Pescara, dunque, Mascia si presenta al secondo e decisivo round con 7 liste: Forza Italia, Pescara Futura e Fratelli d’Italia, che al primo turno gli avevano portato il 23%, più Ncd-Udc e altre tre targate Guerino Testa, che il 25 maggio avevano ottenuto il 12%, infine c’è lo 0,70% di Serraiocco. Mascia riparte da un 26%, di contro il candidato del centrosinistra Marco Alessandrini ricomincia dal 43%. Un gap notevole che il centrodestra conta di colmare chiamando alle urne tutto il popolo dei delusi e degli scontenti e una fetta di elettorato che a votare non ci va più da anni. Può essere questo il bacino dove pescare i consensi decisivi. A Montesilvano, invece, è il centrosinistra ad inseguire, pertanto Lino Ruggero si è mosso chiudendo l’accordo con Attilio Di Mattia (lista Montesilvano che vogliamo, 4%), di cui è stato vice sindaco fino a cento giorni fa. «Sono contento che con Attilio siamo tornati uniti, questo è il momento di essere uniti e compatti». Il Movimento 5 Stelle non si apparenta con nessuno, ma Ruggero gli lancia comunque un assist: «Per il bene della città bisogna superare gli steccati, - aggiunge - per questo prendo l’impegno di affidare a Manuel Anelli (M5S) il ruolo istituzionale di garanzia, controllo e vigilanza della presidenza del Consiglio comunale». Francesco Maragno, nettamente in vantaggio al primo turno, bolla così l’apparentamento: «L’accordo Ruggeo-Di Mattia è la logica conclusione delle finte liti delle scorse settimane. E pur di vincere, il centrosinistra è disposto a tutto, arrivando a offrire poltrone al Movimento 5 Stelle, che invece si dimostra sobrio ed equidistante».