TERAMO A mezzogiorno di ieri sono scaduti i termini per ufficializzare le strategie di apparentamento: in nessuno dei tre Comuni in provincia in cui si andrà al ballottaggio ci sono alleanze ufficiali fra liste e coalizioni. TERAMO. Il sindaco uscente Maurizio Brucchi fermo sulle sue posizioni ha dichiarato: «Io non mi apparento con nessuno, la mia forza è la squadra di 192 candidati che continuano a sostenermi con generosità senza nemmeno la speranza di essere eletti come al 1°turno. Non ci apparentiamo perché non mi piace la logica dei “parenti serpenti” e perché la spartizione delle poltrone non ci interessa». Si dichiara invece soddisfatta degli alleati che hanno garantito l’appoggio “esterno” Manola Di Pasquale che non vede nell’anomalia dell’anatra zoppa un problema da affrontare ora. “Brucchi non deve avere paura del ballottaggio se ha amministrato bene come dichiara. Non è il momento di fare disquisizioni su interpretazioni normative. E’ il momento di presentarsi nudi, e armati solo dei programmi, agli elettori, saranno i cittadini a decidere». E sulle indiscrezioni circolate su un accordo per un assessorato al turismo e informatizzazione a Gianluca Pomante, al sociale a Graziella Cordone, e un altro incarico a Berardo Rabbuffo ma non in giunta, la Di Pasquale dichiara: «Ci sono delle belle professionalità tra i miei alleati,spendibili nell’esecutivo, ma per deleghe e specificità è davvero prematuro». Intanto Enrico Melozzi, l’artistache sostiene Pomante, lancia l’appello agli elettori a votare la Di Pasquale come «occasione unica per battere Brucchi e sconfiggere il nepotismo sfrenato del centro-destra». Melozzi nel suo appello a "riconquistare la libertà" chiede alla candidata di avere a cuore le tante realtà culturali teramane e di «liberalizzare quelle realtà che sono ad uso esclusivo di pochi». Intanto la candidata a sindaco incassa il sostegno del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che nella tappa Pescara ha chiesto un'attenzione particolare per la sfida 'epocale' che attende Manola Di Pasquale: «L’augurio è che, una volta eletti, non siate primi cittadini, ma ultimi cittadini sempre a disposizione di tutti. L'Italia si è rimessa in marcia con questo risultato elettorale importante. Anche in Abruzzo c'è stato un segnale di cambiamento profondo. Adesso aspettiamo di ripartire tutti insieme anche a Pescara e Teramo». GIULIANOVA. Non ci sarà nessun apparentamento tra Fabrizio Retko e Franco Arboretti per il ballottaggio. A confermarlo è lo stesso Retko che, però, sostiene di poter contare sulle “amicizie” di quanti vorrebbero mandare a casa Francesco Mastromauro. «Andiamo da soli», dichiara il candidato sindaco di Linea Retta, dopo che Rifondazione (alleata di Arboretti) aveva fatto sapere che non lo avrebbe appoggiato, «ma possiamo contare sulle amicizie di quanti hanno sostenuto, al primo turno, Il cittadino governante, Gente in comune, il Movimento 5 stelle, Nuovo centro destra e anche Forza Italia». Sebbene solo Ncd abbia apertamente invitato i propri elettori a sostenere Retko al ballottaggio (gli altri non si sono esposti lasciando libertà di scelta), l’avvocato è convinto di poter riunire quel bacino di voti pari al 58% che non ha votato Mastromauro. «Avremo il supporto anche di molti di Forza Italia», continua Retko, «che non si sono riconosciuti nella Ciafardoni e che non sono andati a votare». Retko, inoltre, proiettandosi già in Comune, afferma che la prima cosa da fare sarà risparmiare. «Nessuno dei dipendenti verrà licenziato», conclude Retko, «ma dovranno darsi da fare e rendersi conto di essere fortunati ad avere un lavoro. I dirigenti e il capo di gabinetto, invece, andranno a casa». Mastromauro, dal canto suo, si fa forza del suo 42% di voti. «I numeri parlano chiaro», aveva commentato il sindaco all’indomani del primo turno, «e testimoniano il giudizio positivo dei giuliesi dei passati cinque anni di amministrazione. La gente mi appoggia e continuerà a farlo anche al ballottaggio». SILVI. Nessun apparentamento nemmeno a Silvi. Sia il candidato del centrodestra, Enrico Marini che di centrosinistra, Francesco Comignani, dopo il no di Michele Cassone di “Silvi Bellissima” si presenteranno da soli.Il candidato di Forza Italia, Ferruccio Benvenuti sabato sera in uno stringato comunicato ha lasciato i suoi elettori liberi di votare secondo coscienza: «Troppe le differenze programmatiche con la lista di Marini, la nostra coalizione comunque è alternativa alla sinistra». Marini lancia un messaggio agli elettori: «accogliamo i voti di tutti coloro non vogliono consegnare il governo di Silvi a Comignani e che hanno un’anima nel centrodestra». Comignani ieri ha smentito Cassone sui motivi del mancato apparentamento: «Con lui siamo in linea perchè abbiamo programmi affini, Cassone dice di non essersi confrontato con me. E’ falso, la base del partito ha deciso all’unanimità sull’atteggiamento da avere nei suoi confronti. Anche sulla democrazia partecipata dice falsità, noi siamo assolutamente d’accordo ».