PESCARA Una tragedia senza fine quella che ha distrutto sabato pomeriggio, sull’autostrada A14, la famiglia del 40enne Angelo Aristone. Quest’ultimo, che era alla guida, lotta contro la morte nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Pescara per le gravi ferite riportate nel volo giù dal viadotto Riccio di Ortona (l’uomo ha un politrauma con numerose fratture al torace e lussazioni vertebrali, oltre a lesioni polmonari). Per la moglie, la 39enne Emanuela Morosini, e la figlia di 10 anni, Vittoria Aristone, la morte è giunta putroppo in un attimo. Un impatto terribile, dopo aver divelto il guard rail ed essere precipitati per 60 metri. I congiunti, che disperati pregano perché almeno Angelo sopravviva, sanno quanto l’uomo tenesse alla donna e alla bambina. Sperano che lui si riprenda ma sanno anche quanto sarà difficile raccontargli che le «sue donne» non ci sono più.
Ieri il pubblico ministero presso la Procura di Chieti, Marika Ponziani, ha aperto un’inchiesta, secondo prassi, per fare piena luce sulle cause dell’incidente avvenuto in un passaggio della A14 compreso tra i caselli di Francavilla al Mare e Ortona in direzione sud. Alla sottosezione della Polizia Autostradale, presso il Coa di Pescara Nord a Marina di Città Sant’Angelo, spetta ricostruire l’accaduto. Secondo la prima analisi della stessa polizia, la Golf guidata da Angelo Aristone avrebbe fatto tutto da sola; avrebbe sbandato, forse rientrando da un sorpasso, forse per il fondo stradale reso viscido dalla pioggia, prima di finire sulla protezione e abbatterla. In quell’insidioso tratto in semicurva sono stati già registrati in passato altri lutti (e chi scrive ne conosce bene la pericolosità essendo stato lì coinvolto in un brutto incidente già nel 1997 da cui uscì miracolosamente): sei anni fa vi perse la vita un camionista. Non vi sarebbe stato alcun urto con il veicolo che seguiva la Golf e su cui viaggiavano alcuni molisani che hanno riportato lievi ferite ma che sono in stato di shock per aver assistito alla drammatica caduta nello strapiombo. Per la Polizia Stradale in quel punto il guardrail rispetta le norme in materia di sicurezza. Spetta agli agenti, coordinati dall’ispettore Sabatino Pulcini e dal comandante vice questore Silvia Conti, rimettere un rapporto ufficiale al Pm Marika Ponziani. La procura di Chieti ieri pomeriggio ha intanto concesso il nulla osta per la restituzione delle salme di Emanuela e Vittoria alla famiglia.
La famiglia Aristone è molto conosciuta a Pescara come titolari della rinomata pellicceria Caponord di Corso Vittorio Emanuele, attiva nel capoluogo fin dagli anni ’60. Angelo, per conto di un istituto bancario, è impiegato nella filiale di Villamagna. Disperati i famigliari, attoniti, appresa la notizia della tragedia, i colleghi dell’uomo e i tanti conoscenti che frequentano il centro di Pescara.