Causa dei ritardi è stata anche la trasmissione dei dati dai Comuni
PESCARA Una settimana fa gli abruzzesi hanno votato per il rinnovo del Consiglio regionale. Ma dopo sette giorni nessuno sa con certezza chi sia stato eletto. Non lo sanno neanche i partiti, che azzardano liste di consiglieri senza però averne la certezza. E i candidati stanno sulle spine, telefonano e cercano conferme. Per una volta si può invidiare la Regione Piemonte, l’unica ad andare al voto oltre all’Abruzzo, che il giorno dopo la chiusura delle urne aveva già la ripartizione dei seggi on line. In Abruzzo i dati sono arrivati con grande ritardo e ancora oggi non sono inserite le percentuali delle singole liste. A quanto se ne sa il lavoro dell'ufficio centrale regionale insediato nella Corte d’Appello dell’Aquila, dovrebbe cominciare solo domani, visto che è appena terminato l'esame delle schede da parte delle commissioni circoscrizionali centrali insediate nei tribunali dei quattro capoluoghi di provincia dove sono state presentati i candidati alle rispettive circoscrizioni. È possibile allora che già domani venga proclamata l’elezione di Luciano D’Alfonso alla presidenza della Regione, e di Gianni Chiodi a Consigliere regionale. Poi occorrerà qualche ora per la ripartizione e l’assegnazione dei seggi. La prima operazione sarà l’esclusione dai conteggi delle liste che non hanno superato lo sbarramento (4% per le liste che correvano sole, 2% per le liste apparentate). Successivamente verrà stabilito il quanti seggi assegnare alla coalizione vincente (si parte da un minimo di 17, si arriva a un massimo di 19), e lo si fa stabilendo una graduatoria dei quozienti più alti. I seggi della coalizione vincente non possono essere più di 19. Quelli eccedenti vengono assegnati alle liste concorrenti. L’ufficio procede quindi a ripartire i seggi assegnati alla coalizione vincente alle singole liste, quindi al riparto dei seggi circoscrizione per circoscrizione, anche con il metodo dei “resti”. L’operazione è complessa. Nei giorni scorsi gli stessi consiglieri regionali uscenti che hanno approvato la nuova legge elettorale l’hanno definita “confusa” e “contraddittoria”. Lo ribadisce Camillo D’Alessandro, capogruppo uscente del Pd all’Emiciclo, e tra gli eletti “certi”: «In questi giorni sta emergendo, con assoluta chiarezza, ma per noi senza stupore, la commedia della nuova legge elettorale. Sarebbe il caso di ricordare», dice D’Alessandro, «che l'unico gruppo regionale che ha votato contro la nuova legge elettorale è stato il gruppo del Pd. Oggi si va verso una attribuzione di seggi che certamente darà luogo a ricorsi: questa è l'ultimo regalo di Chiodi e della ormai ex maggioranza». E ricorsi infatti già si annunciano.