PESCARA Un silenzio quasi irreale ha accolto ieri pomeriggio in piazza Spirito Santo le bare bianche di Emanuela Morosini e della piccola Vittoria Aristone che aveva solo 10 anni. Tanti volti rigati dalla lacrime, non solo quelli dei famigliari ma anche di numerosi commercianti del centro di Pescara che conoscevano le vittime dell’incidente di sabato per averle quotidianamente incrociate, per anni, nei pressi della pellicceria Caponord, l’attività fondata negli anni ’60 dalla famiglia Aristone. Una chiesa piena, in tanti, anche cittadini comuni, hanno voluto essere presenti per manifestare il proprio cordoglio stringendosi intorno ai congiunti delle vittime. Don Giorgio Campilii ha celebrato i funerali e nella sua omelìa ha usato parole di profonda commozione rivolte soprattutto alla piccola Vittoria che della famiglia Aristone era l’orgoglio più grande. Una tragedia nella tragedia, che si unisce alla speranza che almeno Angelo Aristone, 40 anni, ricoverato in Rianimazione all’ospedale di Pescara, possa farcela superando le conseguenze e le lesioni riportate nel terribile volo di sessanta metri giù dal viadotto Riccio dell’autostrada A14. Sabato pomeriggio, poco dopo le 18, l’auto su cui viaggiavano in tre, guidata proprio da Angelo, è andata a sfondare il guard rail ed è precipatata dal viadotto Riccio di Ortona mentre procedeva in direzione sud. La procura di Chieti ha aperto un’inchiesta e già in giornata, o al massimo domani, il sostituto procuratore Marika Ponziani dovrebbe ricevere la relazione dalla Polizia autostradale del tronco Pe Nord. Gli agenti coordinati dall’ispettore Sabatino Pulcini e dal comandante, vicequestore Silvia Conti, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni ma è certo che la Golf guidata da Angelo Aristone abbia sbandato, probabilmente per il fondo stradale reso viscido dalla pioggia, andando a sbattere violentemente contro il guard-rail (posto sotto sequestro), divelto prima di volare giù. Proprio la presunta inadeguatezza del guard-rail è l’unico elemento da dirimere da parte dell’autorità giudiziaria, cioè se fosse in grado di contenere nel modo migliore la forza cinetica del mezzo fuori controllo. In questo senso pare però che la stessa recinzione, pur non essendo di ultima generazione, rispondesse ai requisiti minimi di legge.
E sull’ultima tragedia della strada è intervenuto Paolo D’Onofrio, referente per Pescara dell’Associazione famigliari e vittime della strada, il quale ha sottolineato come «se vi fosse stato un new jersey al posto del guard rail questo nuovo tributo di sangue si sarebbe potuto evitare. Questo tipo di barriera, di plastica e cemento, riesce a minimizzare il danno ai veicoli in caso di contatto accidentale e previene oltretutto i salti sulla corsia opposta e quindi gli scontri frontali». Per D’Onofrio bisogna investire di più sulla sicurezza stradale, soprattutto lì dove non esistono piazzole e corsie d’emergenza, mettendo all’indice logiche affaristiche. In questo senso è stato posto l’accento anche su altre situazioni ritenute d’emergenza, come quelle che coinvolgono la circonvallazione di Pescara e l’Asse attrezzato, strade a scorrimento veloce dove si circola anche a 130 chilometri orari senza che vi siano misure sufficienti.