MILANO E il settimo giorno Beppe Grillo inventò «i brogli». Dopo una settimana di meditazioni e «autocritiche costruttive», il comico ha deciso di riesumare un classico della politica italiana da lui vituperata: il Movimento 5 Stelle, in sostanza, non ha vinto perché qualcuno ha truccato le carte, ha alterato l’esito del voto, ha manipolato le schede in modo da far salire il Pd al 41 per cento. Alla faccia dei pensionati che - secondo la prima versione ufficiale di Grillo - dando retta al loro animo conservatore hanno impedito il trionfo del Movimento alle Europee.
I SOSPETTI
La «riflessione» grillina è un interminabile assemblaggio di scritti mutuati da altri siti. Chi ha la tenacia di arrivare alla fine viene a sapere che d’ora in poi bisognerà vigilare sui rapporti di parentela di presidenti e scrutatori di seggio con militanti e funzionari degli «altri partiti» poiché un exit poll commissionato da fantomatici esponenti della city londinese dava, a urne ancora aperte, la vittoria del M5S sul Partito Democratico. E visto che l’exit poll è stato stravolto dai numeri veri ecco spuntare l’illuminante spiegazione: colpa dei brogli. In qualche modo, il j’accuse del comico è una strigliata indiretta ai suoi adepti. In tutti i seggi, infatti, c’erano i rappresentati di lista dei Cinquestelle, e nessuno di essi si è accorto di nulla. Possibile? Qualcuno di loro, in realtà, si fa vivo commentando sullo stesso blog l’ultima trovata del comico. Tale Giancarlo Perdelli da La Spezia mette pure la firma: «Ho fatto il rappresentante di lista nel mio seggio. Il Pd ha preso il 53, noi il 22. Non ho avuto sentore di irregolarità. Eviterei di fantasticare sui brogli, mi ricorda tanto il Berlusconi del 2006». Perdelli non è il solo a pensarla così. Ci sono molti che esultano davanti alle giustificazioni di Grillo («Io l’avevo sempre detto»), molti altri che invocano «la riconta dei voti», ma ce ne sono altrettanti che cominciano a mostrare insofferenza. «Bisogna avere il coraggio di fare autocritica e capire perché tanta gente che prima votava il Movimento è rimasta a casa». C’è chi invita Beppe «a non farci del male da soli», chi addirittura insinua il dubbio che lo scopo di certe sparate «sia quello di distruggere, anche involontariamente, quello che di buono tanti di noi riescono a fare».
L’ALLARME DI IMPOSIMATO
Insomma, nell’universo grillino le acque sono agitate. E continuano a esserlo anche a causa del flirt con Nigel Farage. Ferdinando Imposimato e Dario Fo hanno pubblicamente invitato il comico a dare retta alla base: «Il leader dell’Ukip è una mezza calzetta, un uomo pericoloso. Abbandoniamolo». Ma il grande capo non sembra intenzionato a retrocedere, anche perché lo stesso Farage continua a lusingarlo. Ieri in un’intervista ha definito Grillo «una persona divertente, un uomo appassionato, un intrattenitore, abbiamo punti in comune molto forti. Entrambi crediamo in una democrazia diretta e il nostro obiettivo è un grande gruppo euroscettico che abbia al suo interno delle anime differenti».