ROMA Il giorno dopo la sferzata di Matteo Renzi alla Rai e alla vigilia dell’incontro convocato dai tre segretari confederali per lanciare le iniziative contro i tagli del governo, fino alla manifestazione e allo sciopero dell’11 giugno, la sfida non si gioca più a colpi di clava, ma di fioretto. Dai sindacati arrivano segnali di apertura e il governo, pur rimanendo fermo nell’entità dei tagli, lavora a una mediazione sugli emendamenti al decreto Irpef che andrebbero parzialmente incontro alle richieste dei parlamentari Pd e non solo sulle sedi regionali. La risposta ai sindacati, che chiedono di fissare subito l’agenda per la riforma della tv pubblica in cambio di una revoca dello sciopero, è però secca. «La linea del governo non cambia, non ci faremo dettare l’agenda da nessuno», dice il sottosegretario Antonello Giacomelli, che nelle ultime settimane si era già espresso a favore della anticipazione della discussione sul rinnovo della concessione che scade nel 2016. Ora Giacomelli fissa anche un termine. «Riforma del canone - dice ancora -, anticipazione percorso della concessione, trasformazione e innovazione della Rai sono gli obiettivi da raggiungere entro il 2014. Su questo percorso apriremo un confronto con tutti». Riforme sì, ma nessuna retromarcia. «L’orientamento resta quello che era. Il contributo a carico della Rai di 150 milioni resta inalterato», assicura il viceministro all’Economia, Enrico Morando. Oggi, giorno in cui il dl Irpef torna in commissione Bilancio al Senato, sul punto è in arrivo un emendamento del governo che conterrebbe l’obbligo per viale Mazzini di garantire l’informazione in tutte le regioni, pur lasciando libertà all’azienda su come realizzarla. Resta da capire se la mediazione spingerà i sindacati a un passo indietro, anche alla luce dei numerosi distinguo sullo sciopero arrivati in azienda, soprattutto tra i giornalisti. «Vorrei evitare lo sciopero della Rai per non dare il fianco alla politica - afferma il segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni -. Noi chiediamo al governo e all’azienda di aprire una discussione trasparente sul piano industriale, anticipando la concessione che scade tra due anni». Aperture anche dall’Usigrai. «I toni di Giacomelli sono sopra le righe. A noi però non interessano le polemiche ma i contenuti e si tratta di una apertura importante. L’Usigrai convocherà i propri organismi dirigenti per valutare le decisioni da assumere sullo sciopero».