VASTO Gli agenti della sottosezione della polizia stradale di Pescara nord hanno consegnato alla Procura della Repubblica di Chieti un'informativa sull’incidente verificatosi sabato scorso sulla corsia sud dell'autostrada A14, fra i caselli di Francavilla al Mare e Ortona, costato la vita alla trentanovenne Emanuela Morosini e alla figlia Vittoria Aristone, di appena 10 anni. La Procura ora dovrà valutare se vi siano responsabilità penali per il tragico volo dal viadotto Riccio, che vede sotto accusa il guard rail non di ultima generazione divelto dalla Golf della famiglia Aristone, la quale è precipitata compiendo un volo di sessanta metri. Nei prossimi giorni la Procura teatina potrebbe decidere l'affidamento di una perizia o comunque l'effettuazione di ulteriori accertamenti tecnici. Anche a seguito di questo incidente, frattanto, il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, torna a sollecitare la realizzazione della terza corsia sulla A14, nel tratto che va da Pedaso a Vasto Sud, richiesta già avanzata in passato alla Società Autostrade. «Si tratta di una direttrice costiera - dice Di Giuseppantonio - che assume una rilevanza fondamentale, soprattutto nello sviluppo economico e turistico, una direttrice che è percorsa ogni giorno da un numero notevole di mezzi pesanti ed è purtroppo scenario di incidenti stradali, spesso mortali, che giustificano la non sostenibilità dell'attuale configurazione a due corsie. Una terza corsia andrebbe, tra l'altro, a beneficio della viabilità nel nostro territorio: molte delle strade comunali e provinciali non sono più in grado di reggere elevati volumi di traffico e la terza corsia, oltre a garantire un collegamento rapido, consentirebbe di alleggerire il flusso veicolare che grava sulla cosiddetta viabilità ordinaria, con minori rischi per gli automobilisti». Il presidente della Provincia di Chieti precisa che il tratto della A14 che va da Pescara ovest-Chieti a Vasto sud è il più impervio, mancando adeguate corsie di emergenza ed essendo presenti saliscendi e tornanti pericolosi, tutto questo mentre la parallela Statale16 è interdetta al traffico pesante perché vi sono viadotti su cui tale traffico è vietato. «Inoltre, non dimentichiamo - conclude Di Giuseppantonio - che il tratto abruzzese della A14 è una vera e propria cerniera fra il nord e il sud del Paese e non possiamo rischiare, a fronte di una notevole incidenza del traffico e in mancanza di una viabilità alternativa, il blocco della circolazione nelle due direzioni né possiamo tollerare incidenti che sarebbero evitabili con l'introduzione della terza corsia». Sul tema della sicurezza stradale interviene pure l'associazione Vasto Libera che, presieduta da Carlo Centorami, più volte ha segnalato situazioni di pericolo nel territorio di Vasto a causa di guard rail vecchi e inadeguati. La prima denuncia dell’associazione risale al 18 febbraio 2013. Nessuna risposta, però, il sodalizio ha ricevuto da parte dell’Amministrazione di Vasto. Lo stesso prefetto di Chieti, Fulvio Rocco de Marinis, nelle date 27 maggio 2013, 7 ottobre 2013 e 5 febbraio 2014, ha sollecitato il sindaco a rispondere al presidente Carlo Centorami. Puntualmente, invece, ha risposto la Spa Autostrade per l’Italia, la quale ha sottolineato come la manutenzione dei sovrappassi autostradali spetti agli enti proprietari. «Fermo restando che sono state risolte solo le situazioni del ponticello in via San Biagio e di via Cinque Olivi a Vasto, sottolineo come, in casi analoghi, la situazione è talora peggiorata», afferma Centorami, che ieri ha indirizzato una ennesima richiesta al sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, al comandante della Polizia municipale, Orlandino Carusi, e al prefetto di Chieti. «Con la presente - si legge nella richiesta inoltrata - chiediamo risposta ai quesiti già posti un anno fa, in modo particolare: se le barriere sui sovrappassi autostradali rispettino le norme italiane ed europee; se i guard rail urtati e deformati siano o no da sostituire e perché non si provvede da anni; se è obbligatorio o no segnalare, secondo le prescrizioni di legge, con cartelli, segnali luminosi e quanto previsto dal codice della strada le zone pericolose per evitare più gravi conseguenze e salvaguardare l’incolumità degli utenti della strada e dei cittadini». Centorami rende noto che particolarmente pericolosa è «la parte iniziale della circonvallazione Istoniense, dove termina via Istonia e il guard rail è al di sotto del piano stradale».