PESCARA Fumata nera per il nuovo Consiglio regionale a dieci giorni dal voto. Ieri i verbali elettorali sono passati dagli uffici provinciali alla Corte d’Appello dell’Aquila e la proclamazione degli eletti dovrebbe essere questione di poco. L’attesa rallenta però il lavoro del presidente in pectore Luciano D’Alfonso che deve mettere a punto lo schema di giunta da sottoporre ai partiti. Ieri nel rispondere a una domanda specifica su questo tema D’Alfonso si è definito «presidente sulla schiena d'asino tra l'elezione e la proclamazione». «Dobbiamo aspettare», ha spiegato, «non sappiamo ancora il nome di tutti gli eletti. Quel che è sicuro», ha aggiunto D’Alfonso, «è che dobbiamo mettere mano alla legge elettorale. Facendo in modo che tutto sia più semplice, immediato e comprensibile nel “come” e nel “cosa”. E non lo faremo gli ultimi giorni di legislatura. Le regole elettorali si fanno all'inizio, e non come i tacchini quando sta arrivando il Natale. Prima ancora però nella nostra agenda di governo ci saranno le misure a favore dell'economia per il territorio». Se il presidente mantiene un giusto riserbo sulla giunta, nell’ufficiosità del discorso politico gli organigrammi cominciano a circolare. Si possono indicare due soluzioni. Se prevarrà la prima o la seconda dipenderà dall’elezione o meno dell’unica donna della coalizione, Marinella Sclocco, candidata Pd nella circoscrizione di Pescara, la cui riconferma a palazzo dell’Emiciclo è in forse (anche se nelle ultime simulazioni il suo nome risulta sempre presente). Con Marinella Sclocco eletta, la giunta D’Alfonso potrebbe essere composta dalla stessa Sclocco, 38 anni, psicologa, impegnata sui temi del sociale; Silvio Paolucci, 36 anni, laurea in Economia alla Bocconi, segretario regionale del Pd, eletto nella circoscrizione di Chieti con il maggior numero di preferenze, 7.900; Dino Pepe, 44 anni, sindaco di Torano Nuovo per 10 anni, dipendente di una Cassa rurale. La sua candidatura è stata sostenuta dai 12 Comuni della Val Vibrata e i risultati si sono visti: 7.700 preferenze. Il quarto assessore del Pd potrebbe essere un esterno (la legge non obbliga ma permette al governatore di scegliere un esterno tra i sei della giunta): Giovanni Lolli, 64 anni, ex deputato aquilano, ex sottosegretario, una vita nel partito: dal Pci, al Pds ai Ds fino al Pd. Lolli potrebbe avere una delega legata alla ricostruzione dell’Aquila. Gli altri due assessori andrebbero agli alleati del Pd. I nomi più gettonati sono Mario Mazzocca, 52 anni, architetto, sindaco di Caramanico Terme, eletto nella lista Sel; e Andrea Gerosolimo, sulmonese, 40 anni, avvocato, eletto nella lista Abruzzo civico. Le cose si complicherebbero se Marinella Sclocco non venisse eletta, perché la coalizione di centrosinistra si troverebbe senza una rappresentanza femminile in consiglio. L’unica soluzione per D’Alfonso sarebbe la nomina di un assessore esterno donna. Ipotesi che imporrebbe un passo indietro a Lolli (che si è già detto disponibile) il quale potrebbe ricoprire un incarico diverso in seno all’ufficio di presidenza della Regione. Nomi di donne ne circolano in queste ore: oltre alla Sclocco si fanno quelli di Betty Leone, assessore comunale all’Aquila (ma è espressione di Sel e potrebbe rimettere in discussione Mazzocca), o della ginecologa teramana Anna Marcozzi, candidata a Teramo per il Pd, dove ha preso 2.900 voti. Altro rebus è quello delle deleghe. La riduzione degli assessorati da dieci a sei impone una scomposizione e ricomposizione delle deleghe. Al netto di quanto terrà per sè il presidente D’Alfonso, le partite più importanti saranno quelle del Bilancio (settore che preoccupa D’Alfonso, tanto che chiederà una “due diligence” a una struttura esterna) e della Sanità (almeno dopo la fine del commissariamento che potrebbe avvenire a fine anno). Si parla anche di una possibile fusione delle due deleghe in un superassessorato al quale potrebbe andare Silvio Paolucci.