Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.945



Data: 04/06/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Consiglio regionale, un’altra settimana in stand by. I nodi da sciogliere sono tre. D’Alfonso sicuro «Cambieremo subito la legge». Sospiri. «E’ chiara»

L’AQUILA Sarà necessaria almeno un’altra settimana per conoscere la formazione del nuovo consiglio regionale. All’ufficio centrale regionale della corte d’Appello dell’Aquila, fino a ieri infatti, erano pervenuti solo i riepiloghi dei dati delle province di Teramo e L’Aquila. I numeri delle circoscrizioni di Chieti e Pescara sono attesi nei prossimi giorni. La circoscrizione teatina è quella con il maggior numero di seggi elettorali. Quando arriveranno tutti i riepiloghi, la commissione elettorale, composta da un magistrato presidente e due consiglieri di diritto più due supplenti, procederá all’assegnazione dei seggi. Il balletto delle cifre dell’ultima settimana ha generato confusione tra la verifica dei dati e l’interpretazione della nuova legge elettorale, applicata per la prima volta in questa tornata.
IL RADUNO DEI RISULTATI

In Corte d’Appello arrivano i dati che provengono dagli Ucc (uffici centrali circoscrizionali) nei tribunali dei quattro capoluoghi. Gli scenari politici, maturati alla chiusura delle urne, sono lontani dal lavoro di conteggio. «Quello che viene definito un ritardo nella consegna dei dati - dicono gli addetti della Corte d’Appello- è un tempo fisiologico, dovuto ai numerosi seggi e alla sovrapposizione con le elezioni europee». «Il lavoro di raccolta delle cifre dell’ufficio centrale ha un valore esclusivamente logistico, niente di interpretativo o politico. Sarà poi la commissione elettorale a procedere alle nomine», ma il presidente della Corte d’Appello e quello della Commissione, il giudice Rita Sannite, non si avventurano in anticipazioni sull’assegnazione dei seggi. Sebbene sia ipotizzabile che i componenti della Commissione abbiano giàesaminato la legge elettorale da applicare, per ora le bocche sono ufficialmente cucite.
LE INTERPRETAZIONI IN CAMPO

Ha, infatti, fatto salire il livello di allerta all’interno della Corte, il caos generato dalle due o tre interpretazioni della legge. In alcuni casi divenute ipotesi iperboliche, alla stregua di chiacchiere da bar dello sport, complice anche il flop funzionale del sito della regione. La macchina elettorale, infatti, non si è servita degli uffici della Prefettura, ma ha creato un filo diretto tra i Comuni e la Regione. Un ufficio di raccolta dati all’interno della stessa regione Abruzzo ha raccolto i dati e li ha pubblicati sul sito istituzionale. L’operazione ha sortito un pessimo risultato, tra il server del sito intasato e le cifre sbagliate, accrescendo così la percezione di confusione sulla legge elettorale. Prescindendo dall’innegabile pessima figura che la Regione Abruzzo ha rimediato con questa scelta, va precisato che il valore dei dati diffusi è stato solo divulgativo.
Inoltre la scelta di non utilizzare il servizio della Prefettura ha, infatti, fatto risparmiare all’ente circa duecentomila euro. Il ruolo del sito della Regione e il ritardo di arrivo dei dati, sono due elementi che sgonfiano il clamore creatosi intorno alla confusione della legge elettorale. Della norma, infatti, ad oggi non si conosce ancora la reale applicazione, sebbene, sia la dirigenza della Regione, sia il presidente dell’allora Commissione Statuto, che l’ha realizzata, ne difendono la chiarezza e la bontá.
I TRE VERDETTI APERTI

A sciogliere i dubbi sul seggio da attribuire a Sclocco o D’Ambrosio, sul seggio di Abruzzo Futuro a Teramo o L’Aquila, o il balletto dei seggi tra opposizione e Movimento Cinque Stelle, se 7 a 5 (interpretazione che sembra più letterale) e 6 a 6, sarà solo la commissione elettorale che, ad oggi legittimamente, ancora non si riunisce alla corte d’Appello dell’Aquila.

D’Alfonso: «Cambieremo la legge»: Sospiri. «E’ chiara»

L’AQUILA Alimenta la fiamma del rogo della nuova legge elettorale, nelle sue prime uscite pubbliche Luciano d’Alfonso, neo presidente della Regione. «Quel che è sicuro è che dobbiamo mettere mano alla legge elettorale. Facendo in modo che tutto sia più semplice, immediato e comprensibile». La platea è quella della città dell’Aquila, terreno che scotta per i pochi eletti del territorio. Terreno fertile per D’Alfonso, che si fa forte dei ritardi sui risultati elettorali. Ma D’Alfonso va oltre il ritardo dei numeri entrando nel merito dell’inapplicabilità che tiene banco in queste ore, quasi che il cambiamento del testo, sia la prioritá della popolazione abruzzese. «Non lo faremo gli ultimi giorni di legislatura. Le regole elettorali - ha detto D’Alfonso - si fanno all’inizio, e non come i tacchini quando sta arrivando il Natale. Prima ancora però nella nostra agenda di governo ci saranno le misure a favore dell’economia per il territorio».Infervorato dal discorso, D’Alfonso sottovaluta le date. «L’attuale legge elettorale è stata fatta a marzo 2013» precisa il presidente dell’allora Commissione Statuto, Lorenzo Sospiri, che realizzò la legge sotto la supervisione della Presidenza del Consiglio. A dirla tutta il testo portato in Commissione proveniva ancor più da lontano. «Il progetto di legge era stato approntato già nella legislatura precedente - specifica il dirigente regionale, Giovanni Giardino- quindi il testo base risale alla presidenza Del Turco». Il testo faceva tesoro anche di una precedente esperienza di regolamento della materia elettorale. «Tra il 2001 e il 2002 era stata fatta una legge regionale elettorale per superare il modello del proporzionale con il correttivo maggioritario, caratterizzato dalla presenza del cosiddetto listino» continua Giardino, «ma il testo fu censurato dalla Corte Costituzionale per delle procedure non consone che comportavano un’invasione da parte della Regione del campo delle competenze statali». La legge non si fece e le elezioni successive avvennero tutte con la pratica del listino: una lista blindata di candidati nominati dai partiti. Anche detto «porcellino». «L’attuale testo ha abrogato lo sciagurato listino, abbassato il numero dei consiglieri da 45 a 31 e quello degli assessori da 10 a 6», dice Sospiri. «Quando è stata votata, più di un anno prima delle elezioni, erano tutti d’accordo, solo il Pd si astenne per le soglie di sbarramento». «Le polemiche sollevate sulla sua applicabilitá sono solo pretestuose e generate dai pochi candidati dal futuro incerto. Pochi numeri in proporzione a quelli mossi da tutti i collegi elettorali»,conclude Sospiri. Ma anche D’Alfonso sui seggi ha tagliato corto: «Dobbiamo aspettare, non sappiamo ancora il nome di tutti gli eletti».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it