PESCARA A dieci giorni dal voto, la composizione del nuovo Consiglio regionale è ancora avvolta nel mistero. Il calcolo dei resti, in base alla legge elettorale, si gioca sul filo dei decimi e lascia con il fiato sospeso almeno otto aspiranti consiglieri. Le incognite condizionano anche la formazione della nuova giunta: il neo governatore potrà incastrare tutti i tasselli del puzzle, soltanto quando saranno sciolti i nodi che riguardano l’Emiciclo. L’ufficio regionale della Corte d’Appello, nella giornata di ieri, ha ricevuto i verbali dalle quattro commissioni circoscrizionali: entro questa sera o al massimo domani, si conosceranno i nomi dei trenta eletti, ma si preannuncia una lunga coda a colpi di ricorsi. In ogni caso, per D’Alfonso, non sarà semplice contemperare le esigenze di rappresentatività dei territori, il rispetto dell’equilibrio di genere, le rivendicazioni dei vari partiti e la forza numerica delle singole preferenze. L’eventuale ingresso di Giorgio D’Ambrosio all’Emiciclo, in particolare, rischia di produrre un effetto domino sulla composizione della nuova giunta. Qualora l’ex sindaco di Pianella ricevesse il disco verde dalla Corte d’Appello, Marinella Sclocco resterebbe a casa e la grillina Sara Marcozzi sarebbe l’unica esponente dell’universo femminile in Regione. A quel punto D’Alfonso, per arginare gli squilibri di genere, si vedrebbe costretto a nominare una donna in qualità di assessore esterno: in ribasso le quotazioni della stessa Sclocco, a causa delle resistenze interne al Pd, il nome nuovo è quello di Alexandra Coppola, renziana di ferro e vice segretaria regionale del partito. Coppola, recentemente, non ha ricevuto il rinnovo dell’incarico di collaboratrice parlamentare da parte del deputato renziano Yoram Gutgeld e i tavoli romani premono per garantirle un posto nel nuovo esecutivo regionale. La mancata conferma di Sclocco all’Emiciclo, farebbe scoppiare anche la grana Giovanni Lolli, per il quale era già pronta la vice presidenza della Regione. Un incarico che avrebbe consentito di compensare la marginalità a cui è stato ridotto il capoluogo di regione, considerando che Pierpaolo Pietrucci è l’unico consigliere espresso dalla città dell’Aquila. Il piano di riserva, che vede Lolli nei panni di capo di gabinetto della presidenza, rappresenterebbe solo un palliativo e lascerebbe a bocca asciutta Claudio Ruffini, che è in ballo per riempire la stessa casella. È lotta aperta, inoltre, per l’assessorato alla Sanità: D’Alfonso e Legnini hanno raggiunto un’intesa sul nome del segretario regionale Silvio Paolucci, il più votato nella circoscrizione di Chieti, ma al suo esordio assoluto in Regione. Donato Di Matteo, campione di preferenze nel Pescarese e Camillo D’Alessandro, alla sua terza legislatura regionale, nutrono ambizioni dello stesso tipo e non faranno passi indietro senza adeguate contropartite. Altri tasselli da sistemare riguardano gli alleati: in pole position Andrea Gerosolimo, per Abruzzo Civico e Mario Mazzoca, per Sel, sempre che quest’ultimo ottenga il via libera dalla Corte d’Appello.