L’AQUILA «Il mio contratto scade a gennaio del 2018 e non ho alcuna intenzione di dimettermi. Alla senatrice Stefania Pezzopane, con la quale non voglio polemizzare, posso solo dire che il suo è un attacco ingiustificato, che non trova alcuna ragione di esistere». Giancarlo Silveri, manager dell’Asl 1 (Avezzano-Sulmona-L’Aquila), accusato dalla senatrice del Pd «di aver penalizzato le aree interne attraverso scelte discutibili, basate solo su logiche ragionieristiche che sono servite a tagliare servizi essenziali, a sacrificare reparti e a far fuggire altrove le migliori eccellenze», rispedisce tutto al mittente. «Non voglio commentare cose che non rispondono a verità», dice Silveri. «Per quel che riguarda il mio contratto, posso solo dire che non è stato rinnovato in prossimità delle elezioni regionali. Il mandato era scaduto a dicembre del 2102 e la nuova nomina, per un periodo di cinque anni, è arrivata il 18 gennaio del 2013. Non capisco, poi, perché dovrei dimettermi. Aspetto l’incontro con il neo-presidente D’Alfonso e vedremo, carte alla mano, le condizioni di salute dell’Asl aquilana». Silveri, insomma, non ha alcuna intenzione di raccogliere «l’invito» della senatrice Pezzopane a lasciare l’incarico, dando così la possibilità a D’Alfonso di scegliere «altro», affidando la sua scelta «a criteri di competenza e professionalità». E il pensiero di Silveri corre indietro nel tempo, ad altri dimissionamenti, anche nella sanità, decisi dalla politica e revocati dai giudici. Uno per tutti, quello del manager dell’Asl Avezzano-Sulmona Fulvio Catalano dimissionato dalla giunta Del Turco nel 2005. Licenziamento dichiarato sei anni dopo illegittimo dal giudice del lavoro. Silveri non vuole scoprire le sue carte prima dell’incontro con D’Alfonso. Cosa certa, però, è che è pronto a difendere a spada tratta il suo lavoro e i risultati portati a casa. «C’è una legge che regola l’ordinamento delle Asl», spiega, «e c’è l’attività svolta dall’azienda sulla scorta delle indicazioni ricevute dalla giunta regionale. Abbiamo un saldo più che positivo (10 milioni e 800mila euro) tra la mobilità attiva e passiva. Abbiamo avuto un terremoto devastante e un piano di rientro che ha imposto sacrifici enormi, ma nonostante ciò siamo riusciti a portare a casa questo grande risultato». Quindi la questione del premio assicurativo, per circa 47 milioni di euro, incassato dall’ospedale dopo il sisma e «servito», per la Pezzzopane, «a ripianare i debiti della sanità regionale». «Una leggenda metropolitana», replica Silveri. «Nel 2009 l’azienda aveva solo spese e niente incassi. Con quei soldi si decise, allora, di ripianare il nostro bilancio, potendo così chiudere con una perdita di soli 3 milioni. Il tutto avendo ampie rassicurazioni sull’arrivo delle risorse per la ristrutturazione dell’ospedale. Cosa che è puntualmente avvenuta. Abbiamo già speso 34 milioni di euro e altri 14 sono in cassa per completare il Delta chirurgico e per i lavori del Delta medico che dovrebbero cominciare a ottobre. Nell’arco del 2015 avremo un San Salvatore completamente risistemato, dove troveranno spazio anche l’amministrazione e gli uffici (quelli ancora nei container) che ora trasferiremo temporaneamente da Collemaggio all’ex Onpi. Fatti», conclude il manager, «tutti documentabili». Intanto, a difesa di Silveri, scende in campo il vicepresidente uscente del consiglio regionale Giorgio De Matteis, che accusa la Pezzopane e anche il sindaco Cialente, che qualche giorno fa aveva fortemente criticato Silveri, di «doppiezza e cialtroneria politica».