Intervistata dal Secolo XIX il segretario della Cgil torna sui provvedimenti del governo Renzi: il decreto Irpef va nella giusta direzione, ma non può essere che l'inizio di una politica di ridistribuzione fiscale. E sul Jobs Act c'è "troppa confusione"
Camusso: gli 80 euro siano un primo passo (immagini di Fabrizio Ricci)
“Non si può pensare che il provvedimento sull’Irpef risolva il problema dell'impoverimento e del carico fiscale sul lavoro”. Ad affermarlo in un’intervista pubblicata oggi (5 giugno) dal Secolo XIX è Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, che torna a dare una valutazione sull’operato del governo Renzi.
Il giudizio sul decreto di restituzione fiscale è comunque positivo, è “una nostra rivendicazione che salutiamo positivamente – spiega Camusso - in attesa ovviamente che la misura diventi strutturale”. Il segretario Cgil ricorda però che resta da sciogliere il nodo pensionati “sul quale – dice - abbiamo registrato una dichiarazione del presidente del Consiglio che si è impegnato a prendere provvedimenti nella prossima legge di stabilità. E poi non bisogna dimenticare gli incampienti, quei lavoratori che percepiscono meno di 8 mila euro al mese e che non rientrano in questa operazione”.
“Quindi, “bene gli 80 euro – sostiene Camusso - ma deve essere chiaro che si tratta solo dell'inizio di una traiettoria di diversa ridistribuzione del carico fiscale che è fatta da una riduzione del costo del lavoro ma anche dal riequilibrio sul fronte della tassazione dei grandi patrimoni”.
Nella intervista la leader Cgil spiega le proposte del sindacato sugli ammortizzatori sociali e il lavoro precario e torna a parlare anche della imminente riforma della pubblica amministrazione e dello sciopero dei lavoratori della Rai dell'11 giugno.
Il giudizio della Cgil resta fortemente critico sul decreto Poletti, sui contratti a tempo e l'apprendistato e in generale sull'impostazione del Jobs Act, intorno al quale, sostiene Camusso, c’è “troppa confusione”.