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Pescara, 24/11/2024
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Data: 06/06/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Manola: illegali le telefonate di Brucchi. Per la candidata del Pd il sindaco «rischia a livello penale». La replica: «Una polemica sterile come la sua campagna». In campo anche Cialente e Lolli «I teramani scelgano di agganciarsi alla Regione e non di restare isolati»

TERAMO Un «atto illecito», per Manola Di Pasquale; «nulla di strano», per Maurizio Brucchi. A poche ore dalla chiusura della campagna elettorale per il ballottaggio di domenica che eleggerà il sindaco, si fa incendiaria la polemica tra i due candidati rimasti in corsa. A farla divampare sono le telefonate, ricevute a casa da tanti cittadini e testimoniate con segnalazioni dirette e post apparsi su Facebook, nelle quali si chiede conferma del voto al sindaco uscente. L’ACCUSA. Il “sondaggio” fa gridare allo scandalo il centrosinistra, secondo cui si tratta di un insano tentativo di condizionamento dell’elettorale. «Non presenterò una denuncia su questo caso», annuncia Manola, «ma Brucchi rischia anche a livello penale». Secondo la candidata della “grande alleanza”, l’illecito è palese. «Telefonare a casa di una persona e chiedergli se voterà ancora per Brucchi», scandisce, «significa voler sapere cosa si è votato al primo turno e come ci si comporterà al ballottaggio». Di Pasquale ricorda che il voto è segreto e annovera le telefonate tra i tentativi d’inquinamento della libera espressione del consenso insieme alla teoria, diffusa dal centrodestra anche attraverso manifesti, secondo cui il Comune verrebbe commissariato in caso di sua vittoria. «I cittadini devono scegliere in piena autonomia tra un candidato e l’altro», insiste, «giudicando il loro operato senza ulteriori condizionamenti». LA DIFESA. L’allarme lanciato dal centrosinistra, per Brucchi, è solo il frutto di una strumentalizzazione politica. «Nessuna legge vieta di telefonare o mandare sms», contrattacca, «è una polemica sterile come la campagna elettorale di Manola Di Pasquale che è stata priva di qualunque contenuto». Il sindaco uscente chiede ai suoi avversari di spiegare la differenza, se ce n’è una, tra fare una telefonata e suonare al campanello di una casa per chiedere il voto «come ha fatto anche Luciano D’Alfonso andando in giro per le frazioni». A detta di Brucchi, il nuovo presidente della Regione viene meno all’imparzialità che il suo ruolo istituzionale gl’imporrebbe. «Non è il governatore di tutti», afferma, «ma solo del popolo di centrosinistra». Le telefonate, per lui, non avrebbero avuto alcun intento di condizionare il voto. «Sono dalle nostre segreterie politiche e sono state rivolte ai nostri elettori», precisa, «è normale che abbiamo chiesto il voto per me: dovevano chiederlo per Manola Di Pasquale?». Secondo il sindaco, lo scopo era soprattutto d’informare gli elettori. «La città va per la prima volta al ballottaggio, non c’è nulla di strano nell’invitare i cittadini ad andare a votarci», puntualizza, «anche perché se lo faranno tutti quelli che mi hanno votato al primo turno, ho già vinto». GLI APPELLI. Mentre la polemica infuria, si susseguono le prese di posizione a favore dell’uno o dell’altro candidato. Sandro Mariani, nuovo consigliere regionale del Pd, si rivolge agli elettori per Manola. «I teramani hanno il diritto e Teramo ha il dovere di cambiare», afferma, «dopo cinque anni di malgoverno in cui la città è stata vittima di una rete oligarchica di gestione del potere a detrimento del bene comune». Il deputato dell’Ncd Paolo Tancredi si pronuncia per Brucchi. «Lo sosteniamo uniti, decisi e convinti delle nostre buone ragioni», afferma, «orgogliosi del grande lavoro fatto in questi cinque anni e pronti a proseguire questo impegno per i prossimi cinque». Anche il laboratorio politico “Popolo sovrano” parteggia per il sindaco uscente. La Coldiretti, invece, sostiene Manola manifestando apprezzamento per come il suo programma abbia sposato le esigenze e gli obiettivi delle aziende agricole e dell’associazione che li rappresenta. CONTI E COMIZI. In attesa del ballottaggio, sono diventati definitivi i dati riguardanti gli aspiranti consiglieri. La commissione elettorale ha ricalcolato le preferenze e i risultati saranno resi noti nelle prossime ore. Oggi c’è la chiusura della campagna elettorale in piazza Martiri. Alle 19 ci sarà il comizio di Manola Di Pasquale con al fianco D’Alfonso, alle 22 salirà sul palco Brucchi. Il Comune, infine, fa sapere che già da lunedì gli scrutatori potranno ritirare i loro compensi nelle filiali Tercas.


In campo anche Cialente e Lolli «I teramani scelgano di agganciarsi alla Regione e non di restare isolati»

TERAMO «Dateci cinque anni di tempo, mettete alla prova una nuova classe dirigente». E’ l’appello di Massimo Cialente ai teramani in favore di Manola Di Pasquale. Il sindaco dell’Aquila arriva in città insieme a Giovanni Lolli, che nel governo regionale di Luciano D’Alfonso avrà un ruolo di primo piano, per sostenere la candidata sindaco della “grande alleanza”. «Abbiamo bisogno di buona politica, di fare massa critica», spiega il primo cittadino aquilano, «finora tutte le nostre realtà sono rimaste staccate tra loro». Colpa della Regione, secondo Cialente, che negli ultimi cinque anni è mancata. «All’Aquila abbiamo dovuto fare tutto da soli», osserva, «e il modello Teramo non l’ho visto». Il futuro, a detta del sindaco dell’Aquila, è nella condivisione di risorse comuni come la montagna e l’università in una “visione sinergica” di cui l’interprete principale è D’Alfonso. Lo scopo dell’appello è chiaro: trasmettere agli elettori teramani l’idea che la vittoria di Manola Di Pasquale renderà più forte e sicuro il legame con L’Aquila, Pescara, la Regione e il governo nazionale. «Abbiamo bisogno di Teramo per collegarci alle Marche nella macroregione», sottolinea Lolli, «è necessario che l’elettorato si schieri». Secondo lui, i teramani devono domandarsi se conviene di più scegliere l’isolamento, la chiusura, o agganciarsi alla nuova fase partita dopo il voto per le regionali. Lolli fa anche riferimento al rischio, evocato dal centrodestra, che Manola non abbia la maggioranza in consiglio anche se eletta sindaco. «La migliore amministrazione comunale degli ultimi anni è stata quella di D’Alfonso a Pescara», sottolinea, «ed era nata come anatra zoppa». Cialente sottolinea, invece, i voti in meno avuti da Brucchi al primo turno rispetto alle sue liste. «E’ un segnale pesante, una bocciatura», afferma, «è difficile andare avanti per cinque anni senza la fiducia dei cittadini». Manola Di Pasquale incassa complimenti e appoggi. «Abbiamo cercato di far capire il nostro intendimento di puntare sulle sinergie e sulle relazioni tra i territori», conclude, «per ridare slancio alla città superando il disagio economico».

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