ROMA Qualche severa turbolenza lungo la rotta che porterà Etihad ad atterrare su Alitalia che oggi riunisce il cda. Il negoziato con le banche per ristrutturare i 565 milioni di linee di credito in vista dello spin-off delle attività operative in una newco, separandole dal contenzioso e altre eredità passate, fatica a procedere: il rischio concreto è che si allunghino ancor più i tempi. Ieri mattina ha preso l’iniziativa il sottosegretario Graziano Delrio che ha convocato un vertice a Palazzo Chigi, ma l’esito è stato interlocutorio. La Popolare di Sondrio, esposta in totale per circa 90 milioni dei quali 15 (sotto forma di factoring) concessi a febbraio nella nuova finanza da 165 milioni, sarebbe contraria a cambiare il contratto per allinearsi alla ristrutturazione delle passività mediante la cancellazione di circa 190 milioni e trasformazione degli altri 375 in un convertendo a tre anni. Secondo il rappresentante dell’istituto valtellinese il contratto sulla nuova finanza scade il 31 dicembre 2016 e, in garanzia, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps e Sondrio hanno ottenuto il pegno sul marchio Alitalia e sul 100% di Loyalty, la newco con il programma MilleMiglia. Fino alla scadenza, l’istituto non è disposto a cambiare i termini. Allo stesso tempo, è stato rinegoziato il debito esistente, sino a fine 2015, di cui la popolare lombarda ha una quota di 75 milioni. E di fronte ai tentativi di Delrio, affiancato dal capo della segreteria tecnica del Ministero dell’economia Fabrizio Pagani e da Giacomo Aiello, capo di gabinetto del ministero dei Trasporti, il rappresentante dell’istituto ha tenuto duro, presenti Carlo Messina, ceo di Intesa, Alessandro Decio, capo dei rischi di Unicredit e di un esponente di Mps.
LA UE PRENDE TEMPO
La levata di scudi della Sondrio si aggiunge alle riserve manifestate dai due creditori-azionisti maggiori che, tra le altre cose, hanno preteso da Alitalia la lettera di 26 pagine inviata da James Hogan nella quale dettaglia il percorso per l’alleanza. Intesa ha preso tempo: il cdg di due giorni fa, ha ascoltato l’informativa sommaria del capo delle partecipazioni Paolo Grandi che non ha potuto però, fornire dettagli sul contenuto della lettera di Hogan ricevuta la sera prima. E comunque anche per le posizioni espresse da qualche consigliere di una fondazione, da tempo severo sul dossier Alitalia, di comune accordo si è preferito rinviare una decisione a un successivo cdg ad hoc, la prossima settimana. Oggi si terrà il cda di Unicredit al quale Federico Ghizzoni a sua volta fornirà un’informativa. Prima del cda di Unicredit è in calendario quello di Alitalia che esaminerà a sua volta il contenuto della lettera. Ma siccome le richieste di Etihad impegnano i soci e il governo, è possibile che Gabriele Del Torchio debba aspettare prima di rispondere a Hogan. «Valuteremo tutti gli sviluppi, e daremo una vera valutazione solo quando il governo avrà preso la sua decisione» in merito a controllo e maggioranza. «Solo allora la questione sarà valutata legalmente», ha detto il commissario Ue ai Trasporti Siim Kallas in relazione all’incontro del giorno prima col ministro Maurizio Lupi.