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Pescara, 24/11/2024
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Data: 07/06/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Intervista a Luciano D'Alfonso - D’Alfonso: «Per la regione la priorità resta il lavoro. Faremo grandi investimenti sulla mobilità.»

PESCARA Difficile incastrare un’intervista nella giornata di chiusura dei ballottaggi. Luciano D’Alfonso è prima a Montesilvano, poi a Chieti, da dove raggiunge Ancona e l’amico governatore Spacca. In serata è già a Pescara (passando per Teramo) a sostenere Marco Alessandrini, il candidato sindaco del centrosinistra . Presidente D’Alfonso, che ruolo avrà Pescara nel suo progetto di regione? «Consapevole dell'insegnamento di De Rita e Bonomi, Pescara da sola non vale nulla. Pescara messa in relazione è una città gabbiano piena di identità e opportunità. Questo richiede una grande scommessa sulla velocità e sui trasporti. Deve essere facile arrivare a Pescara, e facile poterci investire». Dunque infrastrutture? «Infrastrutture riguardanti le diverse modalità di mobilità, compresa la bicicletta, che costituisce la grande parte del futuro e della qualità della vita di Pescara e dell’Abruzzo. Vengo adesso da un bellissimo confronto ad Ancona col presidente Spacca, col sindaco di Ancona e gli amministratori di tutto lo spazio Adriatico-ionico, e ho rilevato come la grandezza di una città derivi dalla capacità trasportistica. Su questo fronte Pescara deve realizzare il suo progetto di vita». Accennava alla Adriatico-ionica: la macroregione resta centrale nel suo programma? «Ci aiuterà a risolvere anche le permanenti invalidità del nostro sistema diffuso territoriale: penso alla portualità abruzzese rimasta senza governance nonostante le emergenze. Vede, se mi confronto con le Marche vedo che la forza di Ancona è scritta sull'acqua e sull’economia portuale. Il corso pedonalizzato di Ancona nei fatti rappresenta una bellissima passeggiata per le navi da crociera che attraccano nello spazio portuale. Ecco, noi dobbiamo ricucire il rapporto tra porto e vita commerciale e turistica di Pescara, ed evitare che i nodi della mobilità ferroviaria, aerea, navale, ciclabile, siano nodi sconnessi come purtroppo sono ancora oggi». Con quali risorse intende avviare questo programma di opere? «L’Abruzzo nei prossimi 7 anni dovrà investire sul territorio 1,5 miliardi di euro di provenienza pubblica. Il punto è non realizzare malloppi di carta incapaci di incontrare la carne dei progetti. Dobbiamo invece partire per tempo con bandi e regole chiare per stimolare meglio l’economia e la vitalità abruzzese, sapendo che una parte ulteriore di risorse deve arrivare dal privato intelligente e legittimo». Lei non è ancora governatore in carica ma ha incontrato i vertici amministrativi della Regione. Perché? «Ho chiesto loro intanto di recuperare la cultura del passaggio delle consegne. Che non è un foglio carta, ma un dossier che mi consente di capire quali sono, tra le iniziative progettuali in corso, quelle che hanno incontrato una maturità istruttoria positiva. Oltre a questo ho voluto sincerarmi della situazione debitoria della Regione. Ho visto che in questo caso non si è determinata in automatico la cultura del passaggio di consegne. Non è un grande problema: quando ho richiesto i documenti ho trovato disponibilità, ma mi hanno precisato che in passato non si è fatto. Questo è un punto di partenza essenziale per assumere davvero il governo della cosa pubblica abruzzese: c'è un pezzo di lavoro che viene dal passato che merita di essere continuato, e un pezzo di problematica che viene dal passato, come il contenzioso, che non voglio che riservi sorprese. Nè a me nè agli abruzzesi. Per entrambe le realtà la risposta è: governance, programmazione, decisione». Il suo collega Chiamparino neoeletto governatore del Piemonte sta già lavorando alla giunta. Lei a che punto è? «Non posso fare questo lavoro perché non conosco la consistenza dei gruppi e persino l’identità dei singoli consiglieri. Però posso precisare le modalità per arrivare alla giunta. Ho già sentito le formazioni politiche, e successivamente incontrerò tutti i consiglieri, perché ciascuno riveli le sue esperienze o alcune sottolineature programmatiche. Sentirò anche le parti sociali per chiedere il loro punto di vista sulle caratteristiche di chi deve governare e sulle prime misure da adottare». Quali sono le sue priorità? «La prima è dotare l’Abruzzo di procedure straordinarie ed eccezionali per far riprendere la natalità imprenditoriale, poiché siamo di fronte a numeri da guerra, sia per la mortalità imprenditoriale che del lavoro. Quindi c’è bisogno di una cura da cavallo per incoraggiare i progetti di vita delle imprese e del lavoro. Abbiamo l’opportunità della Garanzia giovani, rispetto alla quale non avremo nessun atteggiamento cartaceo, ma agiremo nell’immediatezza della realizzatività istituzionale. E attiveremo grandi stagioni di investimenti strutturali recuperando la parte veritiera di tutti i documenti che ballano da anni nelle stanze della Regione. E poi, mi lasci aggiungere: mai più la legge elettorale sarà oggetto di balli e di rintocchi nell'ultima fase di vita della consiliatura. Perché come ha dimostrato Matteo Renzi, la legge elettorale è una delle priorità da prima fascia di una sana agenda istituzionale. Poiché più si avvicina la fine della legislatura, più prevalgono gli egoismi e più si è lontani dalla capacità di mantenere terzietà ed equilibrio di spirito».

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