Il primo cittadino annuncia in extremis il via libera allo svincolo del Lotto zero alla Gammarana
Manola senza maggioranza in consiglio se vincerà al ballottaggio? Per l’illustre docente di diritto amministrativo Vincenzo Cerulli Irelli la cosiddetta “anatra zoppa” non è un’anomalia ma un caso che la legge prevede e che può essere superato se c’è collaborazione e mediazione tra sindaco e consiglieri. In una nota diffusa dal Pd teramano Cerulli Irelli scrive: «A seguito della riforma degli enti locali del 1993, il sindaco riceve una legittimazione democratica diretta da parte dell'elettorato, al pari di quella del consiglio. La legge, infatti, distingue chiaramente l'espressione del voto dato dall'elettore ad una delle liste che concorrono per l'elezione dei componenti del consiglio comunale, dal voto dato ad uno dei candidati alla carica di sindaco. E' noto che l'elettore può esprimere preferenze "disgiunte". In coerenza, tra l'ufficio del sindaco e l'organo consiliare si instaura un rapporto di equiordinazione fondato sulla distinzione delle funzioni. L'evenienza che il sindaco, da una parte, e il consiglio comunale, dall'altra, siano espressione di maggioranze diverse è considerata fisiologica e si verifica in molteplici casi, anche in virtù della previsione del voto disgiunto. Per gli atti di competenza del consiglio si instaura tra il sindaco e la maggioranza consiliare un rapporto di collaborazione e di mediazione tra le differenti posizioni nel quale propriamente si esprime il carattere democratico dell'ente».di Dino Venturoni wTERAMO Manola schiera i grossi calibri del Pd e invita la città a cambiare, Brucchi si presenta da solo e grida la certezza che tra Tordino e Vezzola il “modello Teramo” sopravviverà anche dopo la batosta delle regionali. È un copione prevedibile quello dei comizi finali prima del ballottaggio di domani e non sorprende neanche il contorno, fatto di pareri e comunicati anti-centrodestra da una parte, di annunci di nuove opere per la città dall’altra. MANOLA. Alle 19 con Manola Di Pasquale sul palco di piazza Martiri, davanti a qualche centinaio di persone, ci sono il sottosegretario Giovanni Legnini e il neo governatore Luciano D’Alfonso. Il primo picchia duro sul centrodestra teramano («Ha il record dell’improduttività totale del potere») e invita i teramani a non aver paura di mandare a casa anche quello comunale «dopo che gli abruzzesi hanno mandato a casa una delle peggiori giunte regionali della storia». D’Alfonso ricorda che «Manola ha preso il 18% in più delle sue liste, dall’altra parte c’è chi ha preso il 6% in meno» e sottolinea che la candidata del Pd «non ha nessun prepotente sopra di sé», ribadendo il proprio impegno a dare a Teramo più di quanto abbia avuto dalla giunta Chiodi. Manola parla di una campagna elettorale «bellissima» ma anche «difficile, perché Teramo aveva perso la speranza. Noi siamo una squadra e vogliamo ridare la speranza». Per Di Pasquale i suoi avversari «non erano in grado di svolgere il ruolo di amministratori locali e regionali, da parte loro non c’è stata programmazione politica in alcun campo. Avevano un grande potere, avevano la filiera, e cosa ne hanno fatto? L’hanno usato per conservare il loro consenso elettorale. Bisogna dire basta a questa politica, mandiamoli a casa!». Chiude l’inno di Mameli, cantato con qualche stonatura. BRUCCHI. A poche ore dal suo comizio di chiusura, il sindaco Maurizio Brucchi convoca la stampa e annuncia il via ai lavori dello svincolo del Lotto zero della Gammarana. Si sono concluse le procedure di esproprio, il che consentirà di consegnare la prossima settimana i lavori alle ditte aggiudicatarie. È dunque andata a buon fine l’ultima procedura di espropri riavviata dopo due precedenti bocciature da parte del Tar. L’opera, nell’incubatore delle opere del Comune fin dal 2008, ha subito rallentamenti anche dal punto di vista tecnico, visto che si è dovuto porre rimedio a un problema di sovrapposizione di rampe. «Continuo a lavorare per la città perché la campagna elettorale non mi ha sottratto ai doveri da sindaco», dice Brucchi, che replica agli avversari sull’anatra zoppa. Cerulli Irelli parla di un’eventualità fisiologica prevista dalla legge? Brucchi oppone il parere dell’avvocato Pietro Referza e incalza: «E’ vero che è fisiologica, ma è anche patologica. Al di là dei distinguo su poteri e competenze del sindaco e della giunta, ogni amministratore sa che deve passare per le forche caudine dell’approvazione del programma di inizio mandato e del bilancio preventivo e consuntivo. Passaggi essenziali in cui il consiglio è decisivo e il sindaco rischia di cadere senza maggioranza». Alle 22.10 Brucchi sale sul palco di piazza Martiri da solo per rimarcare la differenza con la rivale, a cui non fa sconti: «Per lei sono venuti i big da fuori, ma da lunedì sarebbe sola e ha già dimostrato di non saper amministrare. Quando era a capo del Consorzio agrario, l’abbiamo perso». Ironizza su D’Alfonso («va suonando ai campanelli»), giudica «brutta e dura» la campagna elettorale che va a finire «perché gli altri non hanno mai parlato di programmi, in sei volevano solo demolire me. Ma l’unica cosa che li tiene insieme sono le poltrone». Rimarca lo scarto del primo turno («16mila voti sono più di 6.800 e Manola ha la presunzione e prepotenza di dire che ripartiamo da zero a zero!»), si dà un dieci per «impegno, onestà, spirito di servizio e amore per la città» e conclude: «Forza Teramo, e asfaltiamoli per favore!».