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Data: 08/06/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Renzi: «Anche il Pd ha le sue colpe» Intervista a “Repubblica delle Idee” a Napoli. «Calci nel sedere a chi ruba». Venerdì le misure anticorruzione in Cdm

ROMA «Nel caso della corruzione quello che abbiamo da dire lo diremo senza preoccuparci delle ripercussioni sui nostri. Se c’è nel Pd chi ruba va a casa a calci nel sedere esattamente come chi è negli altri partiti. Non c’è Pd e non Pd. Ci sono ladri e non ladri». Parte dagli scandali Expo e Mose, e dalla pioggia di tangenti che coinvolge quasi tutti i partiti, l’intervento di Matteo Renzi alla “Repubblica delle Idee” che va in scena al teatro San Carlo di Napoli. Intervistato dal direttore di Repubblica Ezio Mauro per più di 90 minuti, il premier affronta tutti i temi principali dell’attualità politica. A tenere banco, però, è il tema del malaffare. E Renzi, che non vuole giocare allo scaricabarile, dice subito che le colpe ci sono anche nel Pd. «Chi volesse negare la responsabilità della politica sarebbe fuori dalla storia. Il Pd ha senz’altro al suo interno persone che commettono reati, ma abbiamo il coraggio di votare a favore degli arresti, perché le regole sono uguali per tutti» spiega il presidente del Consiglio, che in questo caso parla da segretario del Pd e bacchetta duramente chi nel partito, a cominciare dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, aveva detto «Orsoni non è iscritto al Pd», prendendo le distanze dalle inchieste della magistratura sui protagonisti dello scandalo Mose. Poi, dopo aver rilanciato l’idea del Daspo per i politici corrotti («Mi fai la cortesia, tu che hai corrotto o concusso qualcuno, di non mettere più piede negli appalti pubblici...»), Renzi spiega che per combattere la corruzione servono provvedimenti strutturale e non interventi emergenziali. Dicendosi «amareggiato» per un vicenda in cui «sono coinvolti i ladri ma anche le guardie», il premier giustifica il ritardo nel varo delle misure anticorruzione annunciate nei giorni scorsi («Possono servire anche una o due settimane in più») e fa capire che ormai è questione di giorni. Il primo appuntamento è tra meno di una settimana. «Venerdì il governo farà un provvedimento ad hoc che recuperi le raccomandazioni della Commissione europea sul processo amministrativo, sulla giustizia, sulla corruzione. Un provvedimento di legge che conterrà non un potere speciale per Cantone, ma la possibilità reale di incidere sia sulla vigilanza che sulle procedure che devono essere ferree». Il governo è al lavoro per un intervento “strutturale” contro la corruzione e, anche in questo caso, Renzi fa capire che andrà fino in fondo senza cercare compromessi al ribasso: «Su questo mi gioco molto della mia credibilità. L’Italia per bene è pronta a dire basta, ed è maggioranza». Il caso di Venezia, spiega il premier, è ancora peggio degli altri perché riguarda «alcuni magistrati e alcuni finanzieri». E la risposta che si deve dare deve essere strutturale e culturale: «Non usciamo dalla crisi semplicemente con provvedimenti spot. Serve una scommessa educativa. E devono cambiare anche le varie autorità che in anni di funzionamento hanno visto aumentare i dipendenti e le autorità ma non si sono accorte di quello che stava accadendo». Il premier, che arriva a Napoli in treno e si concede un piccolo bagno di folla in stazione, insiste molto sulle riforme e non perde l’occasione per lanciare una freccia avvelenata contro Grillo: «Trovo insopportabile che il Movimento 5 Stelle vada a discutere con gli xenofobi a Londra e non discuta con noi delle riforme». L’intervista va avanti per novanta minuti. Poi, via di corsa perché «direttore Mauro, ho il treno alle 14...».

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