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Data: 09/06/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Cialente: «Sì alla fusione delle aziende regionali di trasporto»

Il primo cittadino replicando al consigliere D’Alessandro, precisa che nel progetto di accorpamento occorre inserire anche l’azienda per la mobilità del capoluogo d’Abruzzo

L’AQUILA «Una buona idea la fusione delle società di trasporto pubblico abruzzesi, ma senza dimenticare l’Ama». Il sindaco Massimo Cialente prende spunto dall’intervista rilasciata al Centro del rieletto consigliere regionale Camillo D’Alessandro, per rilanciare la proposta di inserire anche l’azienda della mobilità aquilana nel progetto di fusione tra Arpa, Gtm e Sangritana. Un percorso, quello dell’accorpamento, che dovrebbe riguardare anche le Asl delle quattro province, le cinque Ater, le sei società di gestione del ciclo idrico integrato e i consorzi di bonifica. «Condivido», dice Cialente, «l'idea della fusione delle tre società del trasporto pubblico su gomma e ferro ma mi chiedo per quale motivo D’Alessandro non citi l'Ama, l'altra grande società pubblica di trasporto, posseduta al 100% dal Comune dell'Aquila, che è stata abbandonata al proprio destino dalla Regione Abruzzo, che le destina oggi, nel 2014, gli stessi finanziamenti del 1982, quando la città era meno della metà, per estensione dei centri di servizio essenziale. Tra l'altro, vorrei ricordare a D’Alessandro che la richiesta di inserire l'Ama in questo progetto, più volte proposta dal Comune dell'Aquila, è sempre stata fortemente appoggiata anche dai sindacati, provinciali e regionali. Si avvierebbe una razionalizzazione del trasporto pubblico in gran parte dell'Abruzzo interno». Poi il sindaco torna sulla questione degli avvicendamenti dei direttori generali delle aziende sanitarie, ricordando che «sarà soprattutto sulla sanità che si giocherà la credibilità del centrosinistra» sottolineando che «occorre andare a capire le cause vere della mobilità passiva indagando ospedale per ospedale». Infine sulle fusioni delle società: «Sono d’accordo», afferma «ma con una chiara premessa. L'area dell'Aquilano ha sempre gestito meglio le aziende che in essa operano. Prendiamo la Gran Sasso Acqua, pressoché in attivo a fronte dei drammatici buchi delle consorelle abruzzesi, così come per i nuclei industriali».

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