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Pescara, 24/11/2024
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Data: 10/06/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
I nodi del Pd in Abruzzo. La gestione dei vinti tra i vincitori

Ora che ha vinto le elezioni, Luciano D’Alfonso dovrà vincere la guerra a bassa intensità che si combatte all’interno del suo partito, il Pd. Non solo lui, anche Silvio Paolucci, e Giovanni Legnini, e Giovanni Lolli, e Massimo Cialente: insomma la linea di comando uscita a petto in fuori dalla consultazione di primavera.
Le ostilità erano aperte da un pezzo, già al riproporsi di D’Alfonso con ambizioni poi rivelatesi fondate, alla luce del risultato elettorale. Più d’uno aveva battuto sull’inopportunità della sua candidatura, brandendo i processi ancora in itinere, in realtà rispolverando incompatibilità mai risolte. Il successo alle primarie prima e alle regionali poi non è bastato a raffreddare l’incendio, anzi la prospettiva, per alcuni, di restare fuori dalle partite che contano ha aggiunto truppe alla guerra interna.
Così alle perplessità su D’Alfonso mai negate da un’area vastese che si ritrova attorno alla parlamentare Maria Amato con sostegni in settori democrat pescaresi, si sono aggiunte la critica preventiva e secca di Stefania Pezzopane al procedere dalfonsiano («No allo spoil system, no alle vecchie pratiche»), l’insorgere di Camillo D’Alessandro contro ogni ipotesi di tenerlo fuori da posti istituzionali, il malumore di Donato Di Matteo che sognava il rientro in grande stile e che invece resterà fuori dall’agognata giunta.
Voci diverse, storie diverse che potrebbero saldarsi in una compagine alternativa alla prima linea del partito. D’Alfonso ha già lustrato la sua ars oratoria suadente, ha già iniziato le pratiche di ipnosi: D’Alessandro è stato ri-cooptato tra i fedelissimi con un ruolo tutto da definire ma che lo riporterà tra le poltrone più soffici; Di Matteo non è tipo da lasciarsi ipnotizzare, e allora toccherà che il Serenissimo s’inventi qualcosa di veramente convincente; nè la Pezzopane rinuncerà alla sua voce critica solo perchè c’è un assessorato alla Ricostruzione affidato all’aquilanissimo Lolli. Insomma, vinta la Regione ora D’Alfonso (e Paolucci, e Lolli, e Legnini) dovrà conquistare il Pd, dovrà far splendere la vittoria anche per chi non ha vinto o ha vinto meno. Figurarsi, il Serenissimo è certo di sedurre anche il più ostinato degli oppositori. Ma non sarà così semplice.

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