PESCARA Per nulla abbattuto, dopo la sconfitta al ballottaggio di domenica scorsa nella sua corsa a diventare sindaco per la seconda volta, Luigi Albore Mascia, anzi, rilancia. A poche ore dalla vittoria, schiacciante, del candidato del centrosinistra, Marco Alessandrini, il sindaco uscente fa sapere che difficilmente, fra cinque anni, ritenterà, con una sua quarta candidatura, di riprovare la scalata a Palazzo di città. Mascia, che futuro si prospetta ora? «Intanto penserò a svolgere il ruolo di consigliere di minoranza e dunque a fare opposizione. E interpreterò il ruolo con la stessa passione e la stessa dedizione che ho profuse nella carica di sindaco. Poi arriverò a raggiungere, a fine consiliatura, anche vent’anni di amministrazione comunale. Un bel traguardo». Senza pensare a una nuova corsa a sindaco? «Nella vita mai dire mai. Ora ho anche altri obiettivi. Come il Parlamento e il consiglio regionale. Ma sempre al servizio del partito, Forza Italia. Scadenze tutt’e due lontane, parlamento e regione. Naturalmente la prima dovrebbe giungere a termine nel 2018, la seconda l’anno dopo. Certo, salvo interruzioni, per esempio al consiglio regionale. Ammesso appunto che accada». Inteso, l'allusione è ad un'ipotetica fine anticipata della futura giunta D'Alfonso. Il centrodestra anche nella dimensione locale, deve ricalibrare il rapporto tra Forza Italia con il Nuovo centrodestra, e dunque con Guerino Testa? «Innanzitutto ci sono da valutare le dinamiche nazionali. Detto questo, a Pescara vorrei che in consiglio si creasse un gruppo unico del centrodestra. Sarebbe l’incipit ideale per le prossime elezioni comunali e per portare a casa un risultato positivo». Appena dopo la chiusura delle urne, ieri, ha detto che sulla sconfitta ha pesato la divisione tra Forza Italia e Ncd. Conferma? «Sicuramente sul risultato ha pesato incredibilmente la divisione al primo turno. Io sono arrivato ad una notevole distanza dal candidato avversario, e anche per Testa il risultato è stato molto al di sotto delle aspettative». Poi vi siete rincontrati. «Sì, però dall’elettorato questo apparentamento è stato ritenuto tardivo». Solo questo? «No, altri due fattori hanno inciso sulla sconfitta. Il primo è che, notoriamente, sono i candidati moderati ad essere colpiti dall’astensionismo. L’equazione, in questo senso, è perfetta. Inoltre ha influito anche la vittoria del centrosinistra alla Regione. Il presidente della Regione, nell’immaginario collettivo, ha influenzato».