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Pescara, 24/11/2024
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Data: 10/06/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Alessandrini ringrazia per l’assist del centrodestra

PESCARA Ha vinto Alessandrini, viva Alessandrini. Ma il nuovo sindaco per primo sa che il centrodestra ci ha messo del suo per perdere le elezioni. Pescara cambia verso, come piace a Renzi, sulla del rottamatore fiorentino e di Luciano Ovunque. Ancora una volta, com'era accaduto nel 2009, si è vinto più per demeriti dell'avversario che per meriti propri. E lo ha ammesso lo stesso Marco Alessandrini, che non si fa travolgere dall'orgia dei festeggiamenti: «Con i quattro anni di immobilismo e gli ultimi mesi di cantieri a raffica che hanno creato enormi disagi ai cittadini - ha detto - i nostri avversari ci hanno servito un assist, inutile negarlo». Lo negano invece gli interessati, dall'ex sindaco agli altri esponenti della coalizione perdente. Mascia, oltre il mea culpa a caldo («Ho perso io») non è andato: «Non ho niente da rimproverarmi. Essere andati divisi ci è costato caro».

Vero, ma nessuno ha fatto nulla per evitare la sconfitta. Mascia era convinto di meritare la conferma («Cinque anni puliti: non fermate l'onestà», il suo slogan). Ma i pescaresi di centrodestra gli chiedevano qualcosa di più, gli chiedevano di essere in prima fila sui grandi temi (porto, filovia, aree di risulta, commercio, viabilità). Mascia, al contrario, ha preferito delegare troppo, rimanendo ligio a un profilo strettamente istituzionale. Ma un sindaco, oggi, è il front-office sul territorio, quello che la gente vuole vedere sempre in movimento a occuparsi di tutto, dalla buca sotto casa alle grandi opere. Mascia ha ripetuto fino alla noia di «non essere l'uomo solo al comando». Una via di mezzo tra il sindaco iperattivo alla D'Alfonso e il sindaco "tranquillo" doveva pur esserci, ed è quello che gli hanno rimproverato i suoi quando si è cominciato a parlare di candidature. Mascia ha tirato dritto, il partito lo ha lasciato sulla graticola per tre mesi senza decidere, nel frattempo Guerino Testa è uscito allo scoperto e a fine marzo la frittata era pronta. Le primarie avrebbero potuto salvare in extremis la baracca, portando al primno turno un candidato legittimato dal voto del popolo di centrodestra, togliendo alibi ai battuti. Ma nessuno, tranne Carlo Masci, voleva veramente le primarie, per cui tutto quello che è accaduto dopo è solo la cronaca di una sconfitta annunciata. Le colpe di chi ha perso, ovviamente, non devono annacquare i meriti di chi ha vinto e di chi si candida a riannodare i fili spezzati nel dicembre 2008. Alessandrini lavora alla "squadra" che lo accompagnerà per 5 anni, ben sapendo che dovrà lavorare duro per tenere a bada le diverse istanze interne alla coalizione e allo stesso Pd. Finita la festa, il sindaco è andato al cimitero sulla tomba del padre Emilio, la prima e più sentita dedica del dopo trionfo. Oggi è a Milano insieme al sindaco meneghino Giuliano per la cerimonia in onore di Ettore Troilo, fondatore della Brigata Maiella. Al ritorno full immersion nel varo della Giunta, prima, però, ci sarà la proclamazione degli eletti (tra venerdì e lunedì). La nuova legge nazionale sulla rappresentanza di genere nei Comuni prevede il 40% di quote rosa, quindi a Pescara le donne assessori saranno 4 su una Giunta di nove componenti: sicure Paola Marchegiani, Lola Berardi e Sandra Santavenere, la quarta dovrebbe essere un'esterna, Leila Kechoud, imprenditrice e dirigente di Confesercenti. Per il ruolo di presidente del Consiglio comunale, prende quota il nome di Giuliano Diodati, mentre Antonio Blasioli (il più votato in assoluto con 1545 preferenze) avrà deleghe pesanti dai Lavori pubblici alla Polizia municipale.

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