TERAMO La rimonta mancata per pochi voti le ha lasciato l'amaro in bocca, ma non scalfisce la sua determinazione. Il risveglio, dopo la notte del ballottaggio, per Manola Di Pasquale non è il ritorno all'incubo della realtà che cancella il sogno cullato per due settimane fino a quasi tre quarti dello spoglio elettorale. «Il nostro risultato è stato ottimo», esordisce, «quasi insperato». L'ormai ex candidata della "grande alleanza" fa il conto dei voti raccolti nella sfida a due con Maurizio Brucchi raffrontandoli con i risultati del primo turno. «Abbiamo recuperato più di 23 punti percentuali», fa notare, mettendo a raffronto il 25,1% con cui aveva chiuso la consultazione del 25 maggio e il 48,48% raccolto nel ballottaggio. «Resta l'amarezza di non aver vinto per soli 800 voti», spiega, «ma da parte nostra c'è molta serenità». Le urne hanno dato un responso che, secondo Manola Di Pasquale, va letto al di là del risultato finale. «Per Brucchi, sindaco uscente, è stata comunque una bocciatura», spiega l'ultima sfidante rimasta in campo fino a domenica notte, «nel primo turno ha ottenuto quasi il 6% in meno rispetto alle sue liste e al ballottaggio ha perso altri cinquemila voti». Secondo Manola Di Pasquale non si è trattato di un successo personale del primo cittadino. La riconferma gli è arrivata, nella lettura dell'ex candidata, dal forte sostegno ricevuto dai suoi assessori. «A Teramo centro Brucchi ha perso in tante sezioni, a parte quelle storicamente di destra», osserva, «ha vinto nelle frazioni, dove prevalgono rapporti amicali di alcuni componenti della sua giunta». E ora? «Faremo un'opposizione attenta e intransigente», spiega l'ex candidata (che aderirà al gruppo del Pd), «ma guardando sempre all'interesse dell territorio». Anche se dai banchi della minoranza, Manola Di Pasquale continuerà a coltivare la "grande alleanza" stretta prima del ballottaggio con Gianluca Pomante e Graziella Cordone. Resterà in piedi anche il progetto delle "relazioni territoriali" che ha caratterizzato la campagna elettorale del centrosinistra puntando sul legame con i governi regionale di Luciano D'Alfonso e nazionale di Matteo Renzi. «Abbiamo tra noi persone di grande spessore», assicura l'ex candidata, «e nuove figure con cui lavorare nel rispetto del mandato che abbiamo ricevuto da tanti elettori». L'ultimo atto delle elezioni è stato avvelenato dall'uscita di Brucchi sui 120mila euro incassati da Manola Di Pasquale quand'era commissario del consorzio agrario. «Sono accuse da fuori di testa», replica l'ex candidata, «quello era un incarico professionale che prevedeva un compenso di carattere privato: non chiedo a lui quanto guadagna come medico». Manola Di Pasquale rivendica il merito di aver evitato il fallimento e la svendita dell'ente. «Ho ripianato i debiti, recuperato patrimonio per sette milioni di euro e avviato la fusione con Pescara e L'Aquila», conclude, «oggi il consorzio di Abruzzo e Molise vale 20 milioni di euro».