L’AQUILA Proclamati gli eletti in Consiglio regionale, e proclamato contestualmente anche il presidente della Regione, vale a dire Luciano D’Alfonso, la decima legislatura abruzzese può finalmente iniziarie il suo cammino.
Naturalmente non attendeva il «via» ufficiale Luciano D’Alfonso per iniziare, di fatto, la sua attività presidenziale: della prima missione esterna abbiamo già scritto ieri, con la presenza accanto al sottosegretario Giovanni Legnini a Milano per la commemorazione di Ettore Trolio, il comandante partigiano della Brigata Majella che fu anche prefetto del capoluogo lombardo. Ma l’impegno più importante, per D’Alfonso, è stato l’accertamento della situazione debitoria, del bilancio e dei contenziosi della Regione che ha appena ereditato dal centrodestra di Gianni Chiodi: nei giorni seguiti alla domenica delle elezioni, una volta acclarata la vittoria del centrosinistra, D’Alfonso ha iniziato a spulciare documenti e soprattutto a convocare riunioni su riunioni con dirigenti e funzionari della Regione. Soltanto ieri ne ha guidato una che è stata lunga oltre quattro ore in cui ha riempito di domande e distribuito indicazioni ai dirigenti di più alto grado dell’ente, un’anticipazione di quello che sarà la gestione D’Alfonso, iperattiva e minuziosa nella cura di qualsivoglia dettaglio, come hanno sperimentato i dirigenti del Comune di Pescara quando l’attuale governatore era sindaco della città adriatica.
Non solo i vertici operativi dell’ente, però: D’Alfonso ha incontrato anche le rappresentanze sindacali interne per capire che aria davvero tira nelle stanze regionali. Insomma, tutto e il contrario di tutto per partire subito con l’acceleratore premuto al massimo.
Già che c’era, all’Aquila, in questi giorni, D’Alfonso ha anche fatto visita all’arcivescovo del capoluogo regionale per parlare con lui della ricostruzione post-terremoto, e ha fatto tappa anche ad Onna per varie celebrazioni.