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Pescara, 24/11/2024
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Data: 13/06/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
D’Alfonso si fa incoronare presidente della Regione L’Aquila Cerimonia di insediamento a Palazzo Silone Di Matteo mugugna e D’Ambrosio va al contrattacco

L’AQUILA Per Luciano D’Alfonso appuntamento alle 11.30 a Palazzo Silone all’aquila per la cerimonia di insediamento del nuovo presidente della Giunta regionale,col formale passaggio di consegne da parte dell’uscente Gianni Chiodi. La proclamazione del nuovo Consiglio regionale, da parte dell’ufficio centrale della Corte d’Appello dell’Aquila, ha sciolto i dubbi sulla composizione dell’Emiciclo, ma ha sollevato perplessità in merito all’attribuzione dei seggi. Un primo giallo riguarda Regione Facile, la seconda forza più votata del centro-sinistra, che ha ottenuto un solo consigliere, quando tutte le simulazioni e i calcoli effettuati sul quoziente elettorale, pronosticavano l’attribuzione di due seggi. Potrebbe essersi verificato un errore nei conteggi e non è escluso che nelle prossime ore si proceda ad una rettifica. Ufficialmente, però, il candidato di Regione Facile, Alessio Monaco, è fuori dall’Emiciclo. A beneficiarne è il Partito Democratico, che conquista l’undicesimo consigliere. Non si tratta di una questione marginale, ma di un passaggio che rischia di spostare, in modo determinante, gli equilibri all’interno della maggioranza. Il neo governatore Luciano D’Alfonso, prima della pronuncia della Corte d’Appello, aveva riempito le caselle della nuova giunta con quattro assessorati targati Pd: uno per la pescarese Marinella Sclocco, in linea con le quote rosa, uno per l’aquilano Giovanni Lolli, come unico componente esterno e gli altri due per Silvio Paolucci e Dino Pepe, i più votati nelle circoscrizioni restanti. Gli ultimi due posti in giunta, nei piani del governatore, sarebbero stati distribuiti tra le forze minori. Nelle ultime ore, però, in virtù dell’undicesima bandierina piazzata all’Emiciclo, i democrat stanno provando a forzare la mano e ad accaparrarsi anche il quinto assessorato. Un tentativo che difficilmente andrà in porto, dal momento che Andrea Gerosolimo di Abruzzo Civico e Mario Mazzocca di Sel sono già virtualmente assessori e che anche Mascitelli, dell’Idv, chiede spazio per Lucrezio Paolini. Donato Di Matteo, tuttavia, non vuole sentire ragioni: l’ex presidente dell’Ato, eletto nella circoscrizione di Pescara con quasi 7 mila voti, sta facendo la voce grossa e reclama un assessorato. I bene informati riferiscono che abbia minacciato fuoco e fiamme, arrivando ad incrociare la partita per la Regione con quella per il Comune di Pescara, dove può contare su neo eletti di fiducia come Blasioli, Diodati e Santavenere. Di Matteo, inoltre, potrebbe fare leva sui mal di pancia del gruppo dei debuttanti, composto da Cuzzi, Pagnanelli, Longhi e Giampietro, che rischiano di restare fuori dai posti che contano, nonostante l’ingente patrimonio di voti. D’Alfonso, che considera fondamentale l’asse con Pescara, non può permettersi crepe e sta cercando di assicurare a Di Matteo l’assessorato all’Agricoltura. Un altro aspetto controverso, emerso dal verdetto della Corte d’Appello dell’Aquila, riguarda l’esclusione di Giorgio D’Ambrosio, nella circoscrizione di Pescara, a beneficio di Sclocco. Quando il Pd aveva fatto sapere che non lo avrebbe candidato, non si era scomposto più di tanto passando con Centro Democratico: ha raccolto 1.369 voti, numero inferiore a quelli che contava di racimolare e che non gli sono bastati per essere eletto, in quanto il seggio della sua lista è scattato nella circoscrizione dell’Aquila. «Sono stati commessi degli errori – non si dà per vinto D’Ambrosio – C’è un errore aritmetico nella mancata attribuzione del secondo seggio a Regione Facile, mentre io sono stato escluso perché non si è tenuto conto di una importante sentenza del Consiglio di Stato, in base alla quale, nel calcolo per l’assegnazione dei seggi, non vanno conteggiati i voti delle liste che non hanno raggiunto la soglia di sbarramento». Tale sentenza sarà il perno del ricorso che verrà presentato dai legali di D’Ambrosio: «È una questione di principio, bisogna fare giustizia e ristabilire un quadro di verità, naturalmente senza invalidare l’affermazione complessiva di D’Alfonso, che nessuno può mettere in discussione». Ad alimentare le recriminazioni, c’è anche il consigliere regionale Emilio Iampieri, fresco di rielezione nelle file di Forza Italia, più votato in provincia dell’Aquila: «I dati ufficiali, relativi al numero delle preferenze, sembrano non corrispondere a quelli reali. Ho fatto presente alle autorità competenti le discordanze e le anomalie a mio danno, con particolare riferimento a preferenze regolarmente assegnate, ma erroneamente calcolate o riportate». Esposto denuncia contro ignoti già presentato ai carabinieri dell’Aquila assiema all’avvocato Aldo Lucarelli.

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