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Pescara, 24/11/2024
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Data: 14/06/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Luciano presidente non è più uno slogan. D’Alfonso riceve i pieni poteri e lancia le parole d’ordine della sua politica

L'AQUILA Ha atteso la giornata di ieri per dieci anni esatti, quando a fine 2004 fu approvata la cosiddetta legge elettorale "antisindaci" che, di fatto, gli impedì di candidarsi come presidente della Regione. Un decennio in cui ha atteso religiosamente il suo turno, superato tutte, o quasi, le grane giudiziarie in cui è inciampato, ingoiato rospi e infine risorto, vincendo in prima battute le primarie di coalizioni e poi le elezioni del maggio scorso a mani basse. Oggi Luciano D'Alfonso si dice "pronto" per il ruolo di Governatore che l'attende, «di aver studiato e di essersi preparato in tutto questo tempo»" come fa un predestinato a un compito già scritto nel suo destino. A Palazzo Silone, lì dove il 25 maggio si è consumato il pasticcio dei dati sulle affluenze per le regionali, è avvenuto il passaggio di consegne con il presidente uscente Gianni Chiodi: tra i due sorrisi, più o meno forzati, strette di mano ed abbraccio finale prima che la scena ed i riflettori fossero tutti concentrati sul neo governatore. Disegna un canovaccio di quella che sarà l'attività della sua attività di governo, imperniata su trasparenza e partecipazione. «Una Regione - ha detto - che porrà la centralità del territorio come valore irrinunciabile e la trasparenza come elemento di confronto con i cittadini: l'Abruzzo delle famiglie, delle imprese, del volontariato, dell'associazionismo dovrà apprezzare il valore dell'Abruzzo come ente regionale, come capacità di dare risposte certe e convincenti». In questo senso, ha aggiunto il presidente della Regione, «verranno fatte Giunte regionali tematiche che saranno aperte all'ascolto diretto dei cittadini con collegamenti via internet; così come studieremo una misura di modifica dello Statuto regionale che permetta di svolgere i Consigli regionali anche al di fuori delle sedi istituzionali di L'Aquila e Pescara. Al pari delle sedute della Giunta regionali che, per stare sul territorio, potranno essere svolte fuori dalle sedi istituzionali». Sugli aspetti strettamente di gestione amministrativa, Luciano D'Alfonso ha annunciato che «in futuro non ci saranno delibere fuori sacco. E le eccezioni, se vi saranno, saranno solo di 'natura presidenziale'. Ogni delibera fuori sacco - ha aggiunto - è un calcio alla programmazione. Le sedute si terranno una volta alla settimana, il lunedì alle ore 18». Sui criteri di trasparenza e confronto con gli abruzzesi, temi sui quali si è mosso gran parte del discorso inaugurale di D'Alfonso, il presidente ha annunciato che «almeno per quanto riguarda i consiglieri di maggioranza verrà istituita un'anagrafe pubblica patrimoniale degli eletti, a conferma del rafforzamento del rapporto di fiducia con gli elettori». Il nuovo presidente chiederà molto a se stesso, ma anche a chi gli sta intorno e nelle strutture dirigenziali; particolare che avrebbe messo in agitazione non poco alcuni funzionari e dirigenti. C'è poi la questione della nuova Giunta, che potrebbe arrivare nel giro di qualche giorno, se non di qualche ora. Almeno stando alle parole dell'ex sindaco di Pescara: «Sono molto sereno, credo che nell'arco dei prossimi due giorni preciseremo qual è la squadra di governo. Sto facendo un doppio lavoro - ha spiegato - sulla squadra della Giunta e delle commissioni da un lato e sulle priorità programmatiche dall'altro, che sono in via di affinamento definitivo». Sui rumors che vogliono l'ex parlamentare Pd Giovanni Lolli nel ruolo di vice presidente dell'Esecutivo, scelta contestata da una parte dei democrat teramani: «Con Lolli c'é qualcosa di più della fiducia, c'è piena armonia». A complicare le cose potrebbero, però, essere i ricorsi che verranno presentati, o sono già stati in essere, da parte degli esclusi: «Se ci fosse un'elezione senza ricorsi mi meraviglierei - ha detto a margine del passaggio di consegne- Non conosco elezione, locale, regionale, nazionale o europea, che non sia accompagnata da quel lavoro innocente che sono gli avvocati dei ricorsi elettorali».

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