L’AQUILA Cita il filosofo Karl Popper e il costituzionalista Leopoldo Elia e ricorda il nonno balbuziente «a causa del lavoro disumano che faceva in Africa». Decide, nemmeno il tempo di riceverlo, che il mazzo di fiori dono dei dipendenti regionali _ una mescolanza di verde, bianco e blu, simbolo della Regione Abruzzo _ venga portato al convento di Santa Chiara. Saranno più innocui, quei fiori, ai piedi della statua di Santa Chiara, che nel suo studio, «perché ho imparato che non porta bene ricevere regali». Il neo presidente della Regione è un fiume in piena nel giorno del passaggio di consegne con l’ex governatore Gianni Chiodi. Tra i due ex sindaci strette di mano e abbracci, qualche risata cordiale e diverse promesse che gettano alle spalle l’asprezza della campagna elettorale. Ma è nel giorno del suo insediamento che il 13° presidente dell’Abruzzo ha dettato il documento programmatico del suo governo: chiarezza e velocità legislativa, vicinanza ai cittadini e alle imprese, rivisitazione di tutta la geografia degli enti regionali, riforma della legge elettorale, recupero del ruolo dell’Aquila come capoluogo di regione, digitalizzazione dei dati, sottoservizi: sono solo alcuni dei temi da affrontare. LETTERA AI DIRIGENTI. Da dove partire? Da una lettera inviata a tutti i dirigenti regionali, 73 persone, con oggetto: “Richiesta di ricognizione sulla consistenza dell’esposizione debitoria del proprio servizio”. Tempo: 10 giorni. Si tratta di un passaggio «fondamentale», si legge nella lettera, «per mettere gli amministratori nelle condizioni di programmare eventuali interventi per fronteggiare le diverse criticità delle strutture». ERRORI E RICORSI. Ma a tre settimane dal voto, la proclamazione degli eletti è ancora ingarbugliata. Per conoscere la definitiva composizione del consiglio regionale si dovranno aspettare alcuni giorni. Proprio mentre avveniva il passaggio di consegne tra Chiodi e D’Alfonso, il tribunale di Teramo si cimentava con il riconteggio dei dati delle elezioni. Dunque, a quando la giunta? «Io mi concentrerò tra oggi e domani (ieri e oggi, ndc)», spiega D’Alfonso. Ma i tempi, al di là delle speranze, sono dettati dal tribunale di Teramo. Tutto nasce dall’errore avvenuto durante la trasmissione dei dati dall’ufficio elettorale di Teramo alla Corte d’Appello dell’Aquila, per cui sono stati attribuiti 8mila voti in meno che non avrebbero fatto scattare il secondo seggio alla lista civica “Abruzzo facile”. Ad accorgersene è stato Alessio Monaco, candidato del centrosinistra nella lista “Regione facile” nella circoscrizione di Chieti, dato per eletto alla vigilia della proclamazione e poi escluso a vantaggio di Antonio Innaurato (Pd). Per D’Alfonso cambia poco. «C'è solo un dato: che un cognome possa sostituire l'altro, ma sempre nel campo della maggioranza», osserva. L’AQUILA. «Vogliamo che la città torni a correre», dice D’Alfonso: «Faremo una norma che consenta alla città di erogare i servizi richiesti in modo rapido ed efficiente, affinché possano esserci condizioni procedurali accelerate per chi vuole investire all’Aquila». WEBCAM E STREAMING. Fra le novità che saranno introdotte, c’è l'uso della webcam, «uno strumento per far conoscere a tutti gli abruzzesi l'attività amministrativa», dice D’Alfonso. Inoltre, le riunioni di giunta e di Consiglio saranno svolte anche all'esterno. CHIODI. «L' Abruzzo era come un tossicodipendente cui abbiamo dato la cura. Una situazione causata dall'azione di gruppi di potere che con noi sono andati in astinenza» commenta l’ex governatore la fine della sua legislatura, la terza su dieci nella storia della Regione, a essere arrivata a conclusione (è durata in realtà sei mesi in più). Tra Chiodi e D’Alfonso uno scambio cordiale di promesse: Chiodi di vigilare dallo scranno di «un’opposizione responsabile»; e D'Alfonso - che ha definito Chiodi “presidente emerito” - di «onorare il suo nuovo ruolo, nell’ambito di un concorso di collaborazione anche puntuale e battagliera».
L’AQUILA. Non c’è alcun dubbio che la giunta regionale sarà una giunta quasi interamente al maschile. Due le donne che siederanno in Consiglio: la pescarese democratica Marinella Sclocco (nella foto, futuro assessore) e all’opposizione la grillina Sara Marcozzi . Un’anomalia su cui «la Regione interverrà da un punto di vista culturale ma anche cambiando la legge elettorale», spiega il governatore, D’Alfonso: «Cercheremo di valorizzare le posizioni delle donne negli enti regionali», prosegue, «per esempio, nelle direzioni di dipartimento o nelle strutture dei servizi all'esterno» . Ma non basta. «Tocca alla legge elettorale incentivare l’equilibrio di genere», conclude il governatore. Punto di partenza? «La legge elettorale dei Comuni, molto più avanzata di quella della Regione».