PESCARA. «La situazione finanziaria dell’Ente è particolarmente grave».
A certificarlo il Collegio dei Revisori dei Conti lo scorso 15 maggio, ovvero dieci giorni prima delle elezioni. Una situazione difficile che lascia prevedere «un possibile esaurimento di liquidità a fine luglio 2014 tenuto conto che sono incerti i termini di pagamento dell’Imu e della Tasi».
«Emerge una situazione di forte pericolo», si legge nel verbale, «che a breve il Comune non possa far fronte ai pagamenti, dato che la somma ancora disponibile in anticipazione è pari a 12 milioni di euro e risultano già liquidate spese precedenti in attesa di pagamento per 24 milioni di euro». Già a marzo scorso i revisori aveva richiamato l’amministrazione chiedendo di contenere «nei limiti del dispensabile» gli ordinativi di beni e servizi.
Sempre i revisori spiegano che da quando sono venuti meno i trasferimenti erariali, che costituivano un incasso certo, le risorse hanno presentato «un forte inadempimento dei contribuenti nei pagamenti (Tares 2013)».
I revisori hanno invitato a Giovanni D’Aquino, dirigente del servizio finanziario a selezionare solo i pagamenti a breve scadenza affinchè vengano autorizzati sono «quelli obbligatori ovvero indispensabili per la continuità dei servi essenziali».
In realtà il Comune ha posticipato al prossimo 16 ottobre il pagamento per la Tasi quindi le casse non potranno beneficiare di queste ulteriori risorse (si stimano circa 10 milioni di euro che non entreranno prima dell’autunno). La giunta uscente ha sostenuto che non ci fosse alcuna urgenza per portare a votazione l’apposito regolamento della Iuc, Imposta unica comunale (che contiene i due tributi Tasi e Tari) e ha preferito non farlo anche perché il provvedimento in campagna elettorale sarebbe stato una mossa troppo rischiosa per la maggioranza.
Quello dell’esaurimento della liquidità sarà dunque uno dei primi problemi che dovrà affrontare il nuovo Consiglio comunale che si ritrova in mano la patata bollente. Bisogna evitare, e farlo in fretta, che l’amministrazione pubblica si ritrovi senza soldi per stipendi ed altro perché si rischierebbe la paralisi totale.
Questa seppure una ipotesi possibile è al momento lontana ma si rischia comunque di forzare l’indebitamente e dover ricorrere alle anticipazione di cassa per sostenere i costi. Si guarda con ottimismo alla boccata d’ossigeno che arriverà dall’Imu (la scadenza dell’acconto è lunedì prossimo) e in ottobre dovrebbero rientrare anche Tasi e Tari.
Al momento alcuni cantieri si sono fermati perché lo stato di avanzamento non è stato pagato. Si parla di circa 5 milioni sul tavolo del tesoriere da liquidare.
Secondo i revisori, la questione è talmente urgente che se ne sarebbe dovuto occupare il Consiglio uscente al quale erano stati chiesti provvedimenti urgenti per il riequilibrio finanziario. Ma ormai non c’erano più i tempi tecnici per farlo. Si è arrivati alla scadenza del mandato nonostante già nei mesi scorsi fossero arrivate dalla Ragioneria indicazioni precise e scenari ‘apocalittici’.
La campagna elettorale è stata contraddistinta dai vari allarmi lanciati dal centrosinistra e le rassicurazioni del centrodestra ma oggi il documento certifica che i problemi ci sono realmente e c’è poco tempo per correre ai ripari.
Cosa dovrà fare dunque adesso Alessandrini? La prima cosa, secondo fonti del Comune, è quella di accelerare il più possibile la modulazione delle aliquote per accelerare i pagamenti di bollettini e F24. Possibile anche una leggera rimodulazione verso l’alto anche per tentare di sistemare le entrate sovrastimate della Tares.
Ma prima di fare questo bisognerà valutare attentamente lo stato reale delle casse. Se il debito apparirà riassorbibile in poco tempo l’amministrazione comunale potrebbe decidere di tirare la cinghia e non aumentare nulla, al massimo rinunciare per ora a spese differibili.