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Pescara, 24/11/2024
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Data: 16/06/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Alessandrini riceve il testimone dal sindaco Mascia. Teodoro alza troppo la posta sugli assessorati e il Pd lo scarica

PESCARA Ore 10, cambio della guardia in Municipio tra Luigi Albore Mascia e Marco Alessandrini, che oggi viene proclamato sindaco, mentre per i consiglieri la cerimonia ci sarà mercoledì. Ma il tema del giorno è la rottura che si sta consumando tra il Partito democratico e la Lista Teodoro. Lo strappo si è allargato tre giorni fa, quando Gianni Teodoro ha chiesto due assessorati e uno tutto per sé con la poltrona di vice sindaco. Le parti si sono presi due giorni per riflettere, ma nel frattempo dentro il Pd, che all'inizio era diviso fra chi voleva trattare fino in fondo e chi voleva rompere subito. Ad oggi, la linea che prevale è quella della rottura e uno come Enzo Del Vecchio, che ha voce in capitolo nel partito, può tranquillamente affermare: «Se dico che il 70% del Pd è per non accogliere le richieste di Teodoro, dico un'approssimazione per difetto, tanto per non dire il 100%». Una spallata all'ingresso in Giunta di Teodoro dopo le richieste di venerdì era venuto dalla segretaria provinciale Francesca Ciafardini: «Situazioni di questo tipo mal si conciliano con il percorso che vogliamo portare avanti, per queste situazioni non c'è spazio nella squadra di governo a Pescara». Dalla diplomazia della Ciafardini al verbo esplicito di Del Vecchio, il passo è breve e la sostanza è la stessa: «Se ci sarà un ripensamento serio da parte loro - aggiunge il futuro assessore - non avremo problemi a stare insieme, ma mi sembra che le premesse siano diverse. E sulle basi proposte da Teodoro non si discute nemmeno». Cioè? «È chiaro che lo strappo già c'è e già è prevalsa la linea di andare avanti senza i due consiglieri della lista Teodoro. Dentro la maggioranza nessuno si dispererà per questo, anche perché la squadra che è nata è tutta di marca Pd, comprese le liste civiche che hanno appoggiato Marco Alessandrini».

Infatti, si è parlato subito di un monocolore Pd: «Chiamatelo come volete, di certo anche con 18 e non 20 consiglieri saremo un gruppo forte e coeso». L'unica possibilità che la lista Teodoro entri in Giunta, a questo punto, è che vi sia un secco ridimensionamento delle richieste e l'accettazione di indicare un assessore donna, un'esterna, come vuoile il Pd. Nel quale caso sarebbe Daniela Arcieri Mastromattei, quarta più votata della lista Scegli Pescara, la quarta quota rosa che chiuderebbe il cerchio della rappresentanza femminile. In caso di rottura definitiva, invece, il Pd chiederà a Sel di attivarsi e l'assessore donna sarebbe Daniela Santroni, prima dei non eletti. Alla fine, dunque, nel centrosinistra ha prevalso la linea della fermezza chiesta sia dalla Ciafardini sia dallo stesso sindaco Alessandrini, che preferisce avere in partenza qualche numero in meno nell'aula, ma anche qualche grana in meno. Dietro questa scelta radicale c'è la regìa di Camillo D'Angelo che più di altri, prima delle elezioni e durante le trattative, ha invitato il partito a imboccare la via della discontinuità rispetto al passato, scelta che viene ritenuta giusta in assoluto e lungimirante alla distanza.

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