PESCARA. Aria di cambiamento a Palazzo di Città. Con l’arrivo di Marco Alessandrini e il ritorno di una amministrazione di centrosinistra tante novità arriveranno nelle prossime settimane in Comune. Si stanno già spulciando le carte, coloro i quali avevano un incarico fiduciario stanno facendo i bagagli. Si attende una sforbiciata netta prima di tutto allo staff e all’ufficio stampa di Mascia e poi saranno sostituiti alcuni dirigenti nei punti chiave.
Ma tra le opere che per certi versi costeranno lacrime e sangue ai pescaresi ci sono ilprogetto delle Dune sul lungomare sud, Corso Vittorio e la filovia.
Quello della Duna è un affare che ha già innescato polemiche e che produrrà più di un effetto alla ditta Primavera, vincitrice della gara e che avrebbe dovuto eseguire i lavori tanto contestati.
Ora si rischia un ricorso e una penale ma la futura giunta si dice in grado di riuscire a evitare conseguenze negative. Vedremo. Di sicuro il progetto subirà uno stop.
CORSO VITTORIO
Su Corso Vittorio tanto si è detto e tantissimo si è spesa la precedente amministrazione ma è stato fin da subito un progetto avversato e pieno di misteri, dall’ incarico a Michele Lepore, solo uno dei tantissimi incarichi ricevuti da Mascia che poi se l’è ritrovato nelle liste che lo appoggiavano per la rielezione…
Fin da subito si è parlato di inopportunità di pedonalizzare Corso Vittorio, ne è scaturito un ricorso al Tar che ha visto battuto il Comune costretto al ripristino di parte delle opere.
Un ripristino che non c’è stato e non ci sarà forse per evitare che con i soldi pubblici si costruiscano opere e con i soldi pubblici le si demoliscano.
Su Corso Vittorio, però, erano già trapelati errori progettuali o comunque pecche che avrebbero creato problemi in futuro.
Secondo quanto è già riuscito a scovare il centrosinistra nella fattispecie ci sarebbero irregolarità progettuali inerenti per esempio la sede stradale che dovrebbe essere “promiscua” cioè autobus e pedoni.
Secondo alcuni tecnici il codice vieta espressamente che una medesima area sia dedicata al transito di veicoli e pedoni. E questo si intuisce chiaramente: motivi di sicurezza. Un altro problema riguarderebbe i marciapiedi che sono allo stesso livello della sede stradale: di fatto un vero marciapiede non c’è.
Problemi che costringeranno ad investire altre migliaia di euro per sanare questa svista… Una svista che peserà per ora sicuramente sulle casse comunali chissà se anche sugli artefici di questa trovata.
LA FILOVIA
Corso Vittorio è legato strettamente anche alla Filovia che dovrebbe passare proprio di lì e incrociarsi nei due sensi. Si vedrà quando sarà il momento come la nuova amministrazione riuscirà a gestire il traffico. Per ora sembra che i problemi siano più legati al mezzo stesso che doveva essere l’innovazione calata in terra e che invece non riesce nemmeno ad essere omologato.
Come ha riportato Il Tempo citando il sito ‘Cityrailways’, Filò non ha ricevuto l'omologazione del Ministero dei Trasporti, dunque non può circolare sulla strada-parco destinata al percorso filoviario.
Una verità che era già emerso nei mesi scorsi nel corso dell’inchiesta penale sulla filovia.
Ad ammetterlo sono le stesse persone che vengono intercettate: il Rup, i rappresentanti della impresa , il direttore dei lavori.
Il Phileas fornito è lungo 18,50 metri «in palese difformità non solo con le norme del codice della strada», scriveva Pierfrancesco Muriana nella sua relazione al pm, «che prevedeva e tuttora prevede la circolazione di veicoli lunghi fino a 18 metri, ma anche e soprattutto con quanto previsto sia dal capitolato speciale prestazionale, che tra i requisiti del bando richiedeva l'offerta di un mezzo lungo di 18 metri, sia con il progetto esecutivo».