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Pescara, 24/11/2024
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Data: 17/06/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
La mannaia dello spoil system cala sui dirigenti Tre dei sette manager in scadenza potrebbero però essere riconfermati in settori strategici

PESCARA La dura legge dello spoil system colpisce anche al Comune di Pescara dove dirigenti, direttori di area, impiegati e componenti dello staff del vecchio sindaco sono al passo di addio. Con l'insediamento di Marco Alessandrini, il «trasloco» del piccolo esercito è già una realtà. Quanto ai dirigenti di vertice, il riferimento è a sette persone in particolare: il direttore generale Stefano Ilari, il dirigente responsabile del settore Lavori pubblici, architetto Fabrizio Trisi, il direttore del dipartimento Attività tecniche, ingegnere Amedeo D'Aurelio, il responsabile della Ragioneria generale, Giovanni D'Aquino, la dirigente al Personale Maria Gabriella Pollio, il dirigente del settore Tributi Marco Scorrano e la direttrice dell'Aurum Annarita Della Penna. Per alcuni il destino è segnato, per altri no, nel senso che potrebbero tornare in pista con il bando annunciato ieri da Camillo D'Angelo. «Tempo quindici giorni faremo tutto e non è escluso che qualcuno di questi dirigenti possa tornare al proprio posto». Ci credono in pochi, ma sulla carta l'ipotesi di D'Angelo non è da scartare perché sulla base dei curriculum e delle competenze, la nuova Amministrazione non vorrebbe fare a meno di preziose professionalità che, per giunta, conoscono bene la «macchina» comunale. Spoil system sì, ma cum grano salis: almeno questo è emerso dalle prime valutazioni fatte dal clan del sindaco. A salvarsi, pertanto, potrebbero essere in tre: è il caso di Marco Scorrano, un tecnico nel settore dei Tributi, ritenuto indispensabile dall'ex assessore Massimo Filippello e molto stimato anche dal centrosinistra. Insieme a Scorrano, gli altri dirigenti candidati a restare sono Giovanni D'Aquino e Maria Gabriella Pollio. Per la cronaca, e per la storia, la prassi politica dello spoil system è nata negli Stati Uniti tra il 1820 e il 1865 e poi ampiamente diffusasi in altri Paesi, prassi in virtù della quale gli alti dirigenti della pubblica amministrazione si alternano con il cambiare del governo. A partire dal 1990, l'espressione è entrata nel linguaggio politico italiano, con l'affermarsi dei sistemi elettorali maggioritari, e sta a indicare l'insieme dei poteri che consentono agli organi politici di scegliere, solitamente ma non necessariamente, tra soggetti già dipendenti dell'Amministrazione pubblica, figure di vertice quali segretari generali, capi di dipartimento, segretari comunali e via nominando. Una prassi che, nonostante sia stata censurata da fior di esperti di enti pubblici e dallo stesso Franco Bassanini, è viva e vegeta e continua a mietere «vittime» anche a dispetto delle competenze e delle professionalità. A meno che a Pescara non decidano di dare un segnale in controtendenza.

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