L’AQUILA Un nuovo terremoto sull’Aquila. Un terremoto giudiziario che scuote la città e la ricostruzione. Un’inchiesta condotta da polizia e guardia di finanza ha portato alla luce presunte mazzette per accaparrarsi appalti per il recupero di beni culturali ed ecclesiastici nel centro storico dell’Aquila. Accuse di corruzione, falso, turbativa d’asta, millantato credito ed emissione e utilizzo di fatture inesistenti. I provvedimenti sono il risultato di una complessa e lunga indagine sulle procedure che riguardano la ricostruzione e il consolidamento di alcuni beni ecclesiastici e di altri beni culturali di particolare rilievo storico-artistico nel centro storico del capoluogo abruzzese. Tra le persone in carcere Alessandra Mancinelli, funzionario dipendente della Direzione regionale dei Beni culturali e paesaggistici per l’Abruzzo. Ai domiciliari è finito invece Luciano Marchetti, ex direttore generale dei Beni culturali e Paesaggistici per l’Abruzzo, già vice commissario alla ricostruzione post-terremoto per i beni culturali. L’attività investigativa, coordinata dal procuratore della Repubblica Fausto Cardella e dai sostituti Antonietta Picardi e David Mancini, è stata svolta congiuntamente dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza e dalla Squadra Mobile della Questura dell’Aquila. Oltre a Marchetti e Mancinelli la Procura aquilana ha ottenuto gli arresti anche per gli imprenditori Nunzio Massimo Vinci, Patrizio Cricchi e l’aquilano Graziano Rosone. Ruolo chiave era quello di Marchetti, che si sarebbe firmato degli incarichi da progettista mentre era ancora in carica come vicecommissario. Al centro dell’inchiesta la ricostruzione di due importanti chiese distrutte dal terremoto, quella delle Anime Sante in piazza Duomo e quella di Santa Maria Paganica. Per quest’ultima esiste anche un filmato che testimonia una tangente dell’1% sui 19 milioni necessari per la sua ricostruzione: una prima rata da 10 mila euro. La chiesa di Paganica corrispondeva a un appalto da 19 milioni di euro che in una intercettazione di Vinci verso Cristiano Ciani, rappresentante legale della GSi srl, avrebbero potuto rappresentare solo l’inizio di un lavoro più ampio. «Che li utilizziamo invece per il restauro degli apparati decorativi e tutte le altre cazzatine che ci stanno - racconta al telefono a Ciani - oltre alla filiera normale da 19 può diventare 40. dice se ci riusciremo lo poreteremo a 40, quindi... dice cantierizzate quanto prima sennò mi mette in difficoltà perché prima o poi la Curia mi dirà... lui sta alla Direzione regionale dei beni culturali», si legge nelle intercettazioni effettuate. Il passaggio di denaro viene filmato dagli investigatori. L’incontro è fissato a Carsoli, a metà strada tra L’Aquila e Roma. Gli investigatori lo sanno, si appostano e filmano quanto avviene. Appuntamento al ristorante «La nuova fattoria». A ricevere la busta di denaro consegnata da vinci è la Mancinelli. Quest’ultima imbocca l’autostrada e viene fermata per un controllo dalla Finanza al casello di L’Aquila ovest. Nell’auto trovato denaro contante per 8.600 euro, tra cui 19 pezzi da cento euro, corrispondenti a un’altra interecettazione telefonica di Vinci che conta il denaro e spiega la pezzatura delle banconote da consegnare. Ma gli appalti sotto la lente d’ingrandimento non finiscono qui.