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Pescara, 24/11/2024
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18/06/2014
Il Tempo d'Abruzzo
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Oggi il varo della giunta D'Alfonso - Luciano D’Alfonso e il Pd prendono tutto. Oggi l’ufficializzazione della giunta targata Partito Democratico. Lolli, Paolucci, Sclocco, Pepe, Di Matteo e Mazzocca al comando |
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PESCARA Il Pd perde un consigliere, Antonio Innaurato, mentre Regione Facile guadagna il secondo seggio, che premia Alessio Monaco. L’ufficio centrale della Corte d’Appello dell’Aquila, ieri mattina, ha scritto la parola fine sulla lunga e travagliata nascita del nuovo Consiglio regionale. Ricorsi permettendo, visto che Giorgio D’Ambrosio ed Emilio Iampieri hanno presentato due esposti, per denunciare anomalie ed irregolarità nel conteggio dei voti. Ufficialmente, però, il nuovo assetto dell’Emiciclo risulta definito: la maggioranza può contare su dieci consiglieri del Pd, su due rappresentanti di Abruzzo Civico e su altrettanti di Regione Facile e sui singoli esponenti di Sel, Idv e Centro Democratico. Tutto inalterato tra i banchi dell’opposizione, con sei seggi per il Movimento 5 Stelle, cinque per Forza Italia e uno a testa per Ncd e Abruzzo Futuro. La Corte d’Appello ha dovuto rifare i calcoli da capo, sulla base delle correzioni apportate dal Tribunale di Teramo, che in precedenza aveva commesso una serie di errori di trascrizione. Nell’ottica della formazione della nuova Giunta, in realtà, cambia ben poco. L’unico riflesso è la lieve attenuazione dello strapotere democrat in seno alla maggioranza, che tuttavia non impedisce al neo governatore di marciare spedito verso la composizione di un autentico monocolore Pd: cinque assessorati su sei andranno ai democratici e il restante a Sel. I giochi dunque sono fatti, anche se Luciano D’Alfonso presenterà il nuovo esecutivo soltanto questa mattina.«I nomi sono quelli che conoscete – ha detto il presidente della Regione, a margine di un incontro con i sindacati – Serve solo qualche affinamento». Alcuni assessorati sono stati blindati fin dall’inizio: la vicepresidenza, con delega alla Ricostruzione, andrà all’aquilano Giovanni Lolli, la Sanità e il Bilancio al chietino Silvio Paolucci, gli Affari sociali alla pescarese Marinella Sclocco e le Attività produttive al teramano Dino Pepe. Le altre due caselle libere, salvo terremoti, saranno riempite dal quinto assessore democratico, Donato Di Matteo, che andrà all’Agricoltura e dall’esponente di Sel, Maria Mazzocca, che avrà il Turismo. Mazzocca, peraltro, potrebbe quasi essere considerato il sesto assessore Pd, visto che il suo passaggio nelle file di Sel si è consumato a pochi giorni dal voto, dopo una lunga militanza democrat che risale ai tempi dei Ds. Lo squilibrio, oltre che politico, è anche territoriale, dal momento che il comprensorio pescarese avrà tre assessori su sei, più il presidente della Regione. Ma in fondo, nella legislatura passata, Chiodi fece lo stesso con Teramo. A fare rumore, invece, è l’estromissione di Andrea Gerosolimo, di Abruzzo Civico. La notizia era filtrata dalla direzione regionale del Pd già nella tarda serata dell’altro ieri: il movimento guidato da Giulio Borrelli è stato punito per le uscite polemiche dei giorni scorsi, che hanno avuto come bersaglio i metodi delle consultazioni e in particolare il «direttorio» formato da Paolucci, Lolli e D’Alessandro, che ha accompagnato D’Alfonso nei primi vertici. Abruzzo Civico, in seguito agli ultimi sviluppi, ha provato a ricucire. «Caro presidente – hanno scritto in una nota Borrelli, Sottanelli e Ferrara - abbiamo lavorato assieme per raggiungere lo splendido risultato che ci ha permesso di vincere le elezioni, ma negli ultimi giorni si sono determinati tra noi alcuni malintesi e fraintendimenti che, da parte nostra, vogliamo chiarire al più presto. Ti chiediamo, dunque, prima di varare la Giunta – prosegue il comunicato - di avere con noi un incontro urgente, che ci permetta di definire i punti critici e di governare assieme questa Regione nei prossimi cinque anni». A stretto giro la controreplica di D’Alfonso, che gela gli alleati: «Ho letto molti comunicati di Abruzzo Civico e quando avrò finito di studiarli parlerò con i suoi esponenti». Il neo governatore, in sostanza, prende la palla balzo e in un colpo solo risolve la grana relativa alla formazione del nuovo esecutivo e lancia un messaggio esplicito a chi, all’interno della maggioranza, volesse provare a mettersi di traverso. Le ruggini con Abruzzo Civico risalgono al periodo pre-elettorale, quando Borrelli, in diretta streaming, mise spalle al muro D’Alfonso sui suoi guai giudiziari e si assunse l’impegno di uscire dalla maggioranza, qualora il neo governatore venisse condannato nel giudizio di appello del processo Housework e non si dimettesse. D’Alfonso è noto per essere un ottimo incassatore, soprattutto sotto elezioni, ma è anche un uomo che non dimentica. Per informazioni, chiedere agli ex oppositori interni Maurizio Acerbo e Carlo Costantini.
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