ROMA Le Ferrovie dello Stato dovranno dire addio ad alcuni privilegi sulle tariffe pagate per l’energia elettrica. Il taglio fa parte del menù messo a punto dal Ministero dello Sviluppo Economico per poter mantenere la promessa alle piccole e medie imprese di una riduzione del 10% della bolletta elettrica. Il testo del provvedimento che (salvo cambiamenti dell’ultima ora) dovrebbe far parte del ”decretone omnibus“ varato dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso, non è ufficiale in quanto al vaglio dei tecnici del Quirinale, e quindi c’è ancora qualche dubbio. Come quello relativo all’eliminazione degli sconti concessi a Vaticano e Repubblica San Marino: alcune bozze lo prevedono, nelle ultime circolate è scomparso. Resta confermato l’obiettivo del provvedimento: far risparmiare complessivamente alle imprese 1,5 miliardi di euro all’anno di costi parafiscali e per gli oneri impropri.
L’ascia si abbatte sul regime tariffario speciale applicato alle Fs: dal primo gennaio 2015 il decreto lo lascia solo per il servizio universale, quindi principalmente per i treni per i pendolari, eliminandolo per tutti gli altri. Per evitare che a farne le spese siano comunque i passeggeri, è esplicitamente vietato «traslare i maggiori oneri» sui prezzi praticati ai clienti. Scatta invece dal primo luglio prossimo la cancellazione della maggiorazione pagata dalla collettività per finanziare gli sconti in bolletta ai dipendenti delle aziende elettriche assunti prima del ’96. La voce vale circa 20 milioni di euro. Via anche i sovvenzionamenti (40 milioni di euro l’anno) per le 4 centrali a olio combustibile tenute come riserva in caso di crisi nelle forniture del gas.
Una grossa quota verrà da una diversa modulazione degli incentivi al fotovoltaico per gli impianti superiori a 200 Kw: saranno spalmati su un periodo più lungo, si passa da 20 a 24 anni. Una norma che secondo Assorinnovabili metterà a rischio circa 10.000 posti di lavoro. Problema che il governo è convinto di poter arginare, mettendo a disposizione delle imprese la possibilità di accedere (per la parte di incentivo rimodulato) a finanziamenti agevolati. Tra le misure anche quella che collega i «corrispettivi a copertura degli oneri generali di sistema» all’elettricità «consumata» e non quella «prelevata dalla rete».