Sono 289.223 le multe elevate nel 2013 agli automobilisti romani che hanno sostato sulle strisce blu della Capitale senza pagare o pagando in parte la tariffa. Una stangata, visto che il dato si riferisce al periodo che va da maggio a dicembre, in quanto nei 5 mesi precedenti gli ausiliari del traffico erano rimasti pressoché fermi per un’operazione di «sostituzione e ammodernamento dei dispositivi portatili».
GLI INCASSI DA STRISCE BLU
D’altronde, il bilancio 2013 di Atac parla chiaro: i 75.990 stalli a pagamento rappresentano una voce importante fra gli introiti della municipalizzata dei trasporti, per 40 milioni di euro. I ricavi da parcheggi lo scorso anno sono stati pari a 28 milioni di euro, di cui 20 milioni provenienti dai parcometri, 6,7 milioni dai titoli di sosta prepagati (i "grattini") e 1,2 milioni dai parcheggi di scambio. A questi vanno sommati 11,5 milioni circa (40 euro in media) per le multe, tenendo presente che ciascun ausiliario ha tenuto una media di 7 verbali al giorno (ma salirebbe a 12-13 considerando solo il periodo maggio-dicembre). E per questo 2014 le cifre sono destinate a salire. Tra poche settimane arriverà in Assemblea Capitolina la delibera di revisione delle tariffe: già dall’estate il prezzo della sosta dovrebbe salire da 1 a 1,5 euro l’ora, verranno eliminate le agevolazioni per le soste prolungate (4 euro per 8 ore e 70 euro per un mese): la previsione è di un 40% in più sugli incassi.
DEBITI FORNITORI
ALLE STELLE
Va detto che il bilancio di Atac è in profondo rosso, con 219 milioni di perdite e che non bastano certo a risanarlo i 12 milioni in più su base triennale promessi dal Campidoglio. Sono aumentati di 44 milioni i debiti verso i fornitori, che passano dai 385 milioni del 2012 ai 429 milioni del 2013. Una situazione grave, che espone l’azienda a numerosi decreti ingiuntivi da parte di chi garantisce la prosecuzione delle attività (manutenzioni, carburante, pulizie). Ripercussioni anche sui chilometri effettuati: i bus di Atac hanno percorso "appena" 99.8 milioni di km contro i 112 milioni programmati, ben il 10,89% in meno (nel 2012 furono 106,1 milioni). Potrebbero contribuire alla causa le affissioni pubblicitarie, su mezzi e pensiline, ma gli introiti sono crollati: solo 7,4 milioni contro i 15,2 di 12 mesi prima.
I VERTICI
Nel 2014 qualcosa potrebbe essere risparmiato dai compensi ai vertici. E non solo con il taglio annunciato dei dirigenti. Nell’annata "tormentata" del 2013, consiglio d’amministrazione e revisori dei conti sono costati in totale 922mila euro. In questa cifra sono compresi 437.474 euro per i compensi al cda, di cui solo 81.037 all'ex ad Roberto Diacetti per «altri compensi per lavoro subordinato». A questi vanno aggiunti 11.702 euro all’attuale ad Danilo Broggi come "rimborso spese". Poi ci sono altri 393.278 euro per il Collegio sindacale e ulteriori 80mila euro pagati alla società esterna Mazars per un parere sul bilancio, parere che la stessa azienda nella sua relazione dichiara di «non essere ad oggi in grado di esprimere».
IL FUTURO
Nel documento di bilancio, elencate anche le linee guida per questo 2014. Si va dal "biglietto Roma", valido solo per i mezzi Atac, alla possibilità di rivedere le tariffe nei parcheggi di scambio. I bus di superficie verranno tagliati del 10% circa, alcune linee notturne internalizzate, messi sul mercato gli "immobili plusvalenti" e studiato un "piano riduzione dell'assenteismo e delle non idoneità". Tenendo presente che c’è un contenzioso legale fra l’azienda di via Prenestina e Roma Tpl (il Consorzio che gestisce le linee periferiche) che potrebbe portare al pagamento di ulteriori 31,5 milioni di euro nel caso in cui la Cassazione dovesse confermare la condanna inflitta alla municipalizzata sia in primo grado che in appello.