PESCARA Sarà il braccio destro di Luciano D’Alfonso alla Regione. Con le dovute proporzioni, avrà gli stessi compiti di Graziano Delrio nel governo Renzi. L’ex capogruppo del Pd all’Emiciclo, Camillo D’Alessandro, sta per essere nominato sottosegretario alla presidenza della Regione. Una figura che non trova riscontri nell’architettura istituzionale abruzzese e che sarà appositamente introdotta. Con la riduzione del numero degli assessorati, scesi da 10 a 6, tale incarico assumerà una veste particolarmente operativa. «Riceverò diverse deleghe – conferma il diretto interessato - D’Alfonso sarà costretto ad accorpare materie e funzioni, trattenendo molte deleghe in più rispetto a quelle che aveva Chiodi e a me spetterà il compito di sgravarlo dalle incombenze». Che D’Alessandro fosse destinato ad ottenere un incarico di responsabilità, lo si era già intuito prima del voto. Fin dal primo giorno della campagna elettorale, è stato l’uomo ombra del neo governatore. «È un incarico di cui sono fiero, che non rappresenta affatto un contentino – prosegue l’ex capogruppo del Pd – D’Alfonso ha spiegato che la sua idea di esecutivo è molto più ampia rispetto al passato e, in questo quadro, il sottosegretario alla presidenza giocherà un ruolo attivo. Parteciperò alle riunioni della Giunta e avrò gli stessi impegni degli altri assessori – rimarca D’Alessandro – L’unica differenza è che non riceverò le stesse prebende». D’Alessandro dovrà pazientare ancora qualche ora prima dell’investitura ufficiale. Il governatore, infatti, in questi giorni ha un’agenda molto densa e ieri è stato costretto a rimandare l’annuncio della nuova squadra di governo. «Ci sta lavorando con grande cura e in completa autonomia – fa sapere D’Alessandro – Ha ascoltato tutti, ma deciderà da solo e anche se i nomi dei futuri assessori sono ormai noti, potrebbero esserci sorprese sulle deleghe». E a proposito di ascolto e di confronti, il futuro sottosegretario alla presidenza è uno dei componenti del cosiddetto «direttorio», messo sotto accusa dal leader di Abruzzo Civico, Giulio Borrelli, che non ha gradito le modalità con le quali sono state condotte le consultazioni. «Un direttorio è tale se assume decisioni scavalcando gli altri – osserva D’Alessandro – mentre Lolli, Paolucci ed io ci siamo limitati a dare una mano. Peraltro Borrelli ha fatto riferimento ad un incontro che rappresenta un momento di condivisione senza precedenti – sottolinea l’esponente del Pd – Non accade spesso che il nuovo governatore raccolga i pareri di tutti gli eletti in Consiglio, prima ancora di ascoltare le segreterie di partito». La polemica ha irritato D’Alfonso, che ha estromesso Abruzzo Civico dalla giunta e messo a punto un autentico monocolore Pd. Saranno democrat 5 assessori su 6: Giovanni Lolli, Silvio Paolucci, Donato Di Matteo, Marinella Sclocco e Dino Pepe. Il sesto, Mario Mazzocca, è in quota Sel, ma ha lasciato il Pd solo poche settimane addietro. Il principale partito del centro-sinistra non si ferma agli assessorati, ma occuperà anche la presidenza del Consiglio regionale, con Giuseppe Di Pangrazio e il ruolo di capo gabinetto della presidenza della Regione, con Claudio Ruffini. Sandro Mariani, invece, sarà il nuovo capogruppo.