Non bastavano le polemiche sulla nomina e sulle competenze. Ci si mette anche la beata innocenza dei 18 anni ad aumentare la polvere intorno a Veronica Teodoro che in un anno, evidentemente, ha visto capovolgersi il mondo. Esattamente dodici mesi fa, infatti, la Teodoro postava sul suo sito Facebook una righetta spensierata, felice. Ecco, appunto, scrive Veronica, il 27 giugno 2013: «La felicità nel sapere che tra 3 mesi me ne andrò da qua. I love you Bologna!». Seguono commenti scherzosi degli amici sulla carriera universitaria della Teodoro. Riletto un anno dopo il post si aggiunge alle perplessità dell’opposizione che per la verità è già stata dura sul percorso tortuoso della nomina, sul peso della famiglia Teodoro e via criticando. Precettata più per motivi di famiglia che di coalizione, la Teodoro ora si ritrova tra Bologna e Pescara: oltre ai pregiudizi che dice di voler combattere dovrà dribblare anche l’effetto retroattivo della spensieratezza con tanto di amore dichiarato per Bologna.
I gruppi di Forza Italia, Nuovo centrodestra e Pescara futura non si fanno pregare e gridano allo scandalo: "I metodi della politica hanno avuto la meglio, proprio come accade nei paesi più arretrati". Da quale pulpito, osserva qualcuno. La famiglia di San Donato finisce oggi nel mirino dopo l'ingresso organico nella coalizione di centrosinistra, ma andava benissimo ieri, quando con i suoi voti faceva vincere le elezioni al centrodestra ed entrava a far parte di tutte le giunte targate Forza Italia e Pdl, prima con Carlo Pace , poi con Luigi Albore Mascia. Ma sotto accusa finisce anche la politica strabica del Pd, il partito del sindaco e di Luciano D'Alfonso. Anche qui: prima si accolgono a braccia aperte i Teodoro in coalizione, poi, per bocca di alcuni dirigenti dello stesso Pd, si respinge la richiesta di un posto in giunta della famiglia di San Donato per presunta "inaffidabilità" della stessa. Così, a portare la croce di questa sorta di gioco dell'oca, è stato ancora una volta Marco Alessandrini che con stile e humor ha salutato l'arrivo di Veronica Teodoro tra i suoi assessori come un "contributo di freschezza". Lo stesso Alessandrini, che alle primarie di coalizione per la corsa a sindaco era stato costretto a misurarsi con altri due candidati del suo partito, più Teodoro e Gianni Cordova, si era visto catapultato nella battaglia delle amministrative solo dopo il no di Ricci, il manager dell'impresa Maresca atteso per quattro mesi dal Pd prima che sciogliesse con un no le riserve sulla sua candidatura.