Nella maggioranza appare evidente il malcontento, non solo dei Popolari ma anche della lista di Di Dalmazio L’opposizione attacca sulla nomina di Francesca Lucantoni
TERAMO Ci sono volute due ore e mezza e cinque votazioni per eleggere il presidente del consiglio comunale. La seduta d'insediamento del nuovo consiglio è stata caratterizzata dalla tensione. Milton Di Sabatino (Insieme per Te) ha ottenuto l'incarico di presidente, come previsto, ma con una quota di sofferenza in più. Le prime tre votazioni, che richiedevano la convergenza su un candidato dei due terzi dei consiglieri, sono andate a vuoto. Anche la quarta però, quando il centrodestra avrebbe potuto far valere il suo peso numerico, non ha sortito l'effetto atteso. Di Sabatino si è fermato a 15 voti, due in meno della maggioranza richiesta e sei in meno rispetto a quelli della coalizione eletta a sostegno di Brucchi. Gli scontenti per com'è andata la trattativa sulla formazione della giunta si sono fatti sentire e il sindaco ha dovuto richiedere una sospensione dei lavori per ricompattare le file del centrodestra, arrivando – secondo indiscrezioni – a minacciare le proprie dimissioni. Così, nella quinta votazione Di Sabatino ha ottenuto venti voti, solo uno in meno della coalizione vincitrice. A evidenziare la tensione che ha accompagnato l'elezione di Milton Di Sabatino è stato proprio l'intervento in aula di Angelo Puglia, capogruppo della lista civica che fa capo a Mauro Di Dalmazio. «Il nostro è stato un voto di responsabilità e di rispetto per garantire il celere avvio dei lavori nell'interesse della città», ha spiegato con al suo fianco Guido Campana, «siamo certi che il presidente sarà garante delle prerogative dei consiglieri, ma se questo venisse meno non esiteremmo a ritirare la nostra fiducia». Il rappresentante di "Al centro per Teramo" ha fatto notare che il suo gruppo avrebbe gradito «una telefonata di cortesia» per annunciare la candidatura di Di Sabatino alla presidenza. Sulla giunta Puglia ha evidenziato come l'unico criterio di scelta degli assessori non può essere quello dei voti. Lo stesso concetto è stato sottolineato da Domenico Narcisi (Insieme per Te), secondo cui il ruolo di Brucchi come leader della coalizione è stato appannato nella fase immediatamente successiva al voto. Le critiche più pesanti sono arrivate comunque da Alfonso Di Sabatino Martina. L'ex vicesindaco ha definito «oltraggiosa» l'esclusione dalla giunta della lista "Popolari con Teramo". «La capziosa ricostruzione dei fatti sulla trattativa», ha scandito, «manifesta solo l'arroganza e gli appetiti di chi ha visto restringersi i propri territori di caccia». Di Sabatino Martina ha annunciato che il suo gruppo sospende il giudizio sulla giunta e valuterà caso per caso il proprio atteggiamento nei confronti dei provvedimenti. Dall'opposizione sono arrivate critiche soprattutto sulla nomina di Francesca Lucantoni. Sia Fabio Berardini (Movimento 5 stelle) che Manola Di Pasquale (Pd) e Gianluca Pomante (Finalmente Pomante) hanno fatto notare, anche se con sfumature diverse, l'inopportunità e il conflitto d'interesse dovuto al fatto che il padre del nuovo assessore è il capo dipartimento di Brucchi in ospedale. Secondo Berardini, i componenti della giunta dovevano essere selezionati per curriculum come ha fatto il sindaco pentastellato di Livorno. Manola Di Pasquale e Pomante, invece, sono tornati sulle affermazioni fatte da Brucchi contro i suoi avversari nella notte della vittoria elettorale chiedendone le scuse. «Ho già chiarito che si è trattato di uno sfogo e ne sono stato dispiaciuto», ha replicato il primo cittadino, «ma quando in passato è stata messa in mezzo la mia famiglia nessuno ha detto nulla». Il sindaco ha evidenziato che non esiste alcuna incompatibilità per quanto lo riguarda e per gli assessori. «Francesca Lucantoni fa l'assessore perché l'ha meritato sul campo», ha detto, facendo rilevare la mancanza di rispetto nei confronti della giovane nominata e del padre. Parole concilianti sono state rivolte, invece, dal sindaco ai consiglieri delusi. «Ci unisce una storia di amicizia e non solo politica», ha concluso, «il controllo attento mi spingerà a fare sempre meglio». Puglia, Raimondo Micheli (Ncd) e Berardini sono stati infine eletti nella commissione elettorale.