L’AQUILA «Se ci sarà un processo sulla Gomorra aquilana la Cgil si costituirà parte civile contro coloro che hanno fatto la cresta sui salari già miseri dei lavoratori. Ci consideriamo parte lesa». È infuriato Emanuele Verrocchi, segretario provinciale della Fillea Cgil per ciò che sta succedendo all’Aquila e ritiene che quanto portato alla luce dalla magistratura sia purtroppo solo al punta di un iceberg. «A me i lavoratori avevano detto queste cose - continua -. Mi sono stati denunciati casi di lavoro grigio, ossia di dipendenti costretti a lavorare per più ore rispetto a quanto previsto dal salario, ma anche di dipendenti costretti a restituire una parte del salario come dichiarato nella precedente intervista». «Balza all'occhio che imprese aquilane da tempo subappaltano a ditte tutte provenienti dalla provincia di Caserta - dice Verrocchi -. Si tratta di un metodo utilizzato da moltissime altre imprese e non solo da quelle finite fino a oggi nel mirino della magistratura. C’è altro da scoprire, i magistrati non si fermeranno qui». Ecco perché dunque le piccole imprese artigiane della provincia sono a spasso mentre i subappalti continuano a essere affidati a imprese esterne. Con questa inchiesta per Verrocchi si crea uno «spartiacque con il passato: non si parla più di semplici infiltrazioni, ma di affiliazione che è cosa ben più grave. Noi continueremo a tenere alta, altissima la guardia. Notiamo con piacere che i lavoratori non sono omertosi, stanno collaborando per sradicare questo sistema marcio». «Anche l’ispettorato del lavoro fa quel che può tuttavia ha il problema atavico della carenza di personale». Intanto il 1° luglio ci sarà la prima riunione operativa convocata dal prefetto dell’Aquila per avviare l’operazione trasparenza nei cantieri su impulso del sindaco Massimo Cialente. Ci saranno, fra gli altri, il sottosegretario con delega alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, oltre ad Alessandra Guidi, prefetto Grandi Opere. Sarà quello il momento delle proposte operative per evitare che la ricostruzione non diventi un far west. Si parlerà del ripristino del badge per i lavoratori che tuttavia per la Cgil deve essere esteso a tutto il cratere e non solo al centro storico dell’Aquila. Si chiederanno regole per controllare i subappalti e per tracciare i pagamenti dei lavoratori. Le norme anche quelle antimafia vanno rafforzate ed estese dal settore pubblico a quello privato.
Sempre sul fronte della Ricostruzione l’assemblea cittadina ha preso in esame la questione dei ritardi nel riconoscimento del buon contributo da parte del Comune che ha provocato la presentazione di una serie di ricorsi al Tar. I giudici amministrativi abruzzesi hanno dato ragione ai cittadini, mentre il Consiglio di Stato sta ribaltando le sentenze in favore del Comune sostenendo che la responsabilità dei ritardi è dell’Ufficio speciale. Ora i ricorrenti dovranno riproporre il ricorso all’Usra. «La sentenza stabilisce che il Comune non ha alcuna possibilità di intervenire sull’autorizzazione e sui tempi previsti per il suo rilascio, ma interviene, con ruolo del tutto residuale, solo per l’erogazione del contributo - si legge in una nota dell’assemblea cittadina -. Sarebbe opportuno che tale principio fosse oggetto di una norma esplicita che non dia adito a fraintendimenti e possa costituire, per i cittadini, un chiaro punto di riferimento».