ROMA Doppia scadenza il primo luglio: scatta martedì sia l’obbligo per professionisti e imprese di accettare se il cliente lo chiede pagamenti con carte di debito (bancomat), per importi superiori ai 30 euro, sia l’incremento dal 20 al 26 per cento della tassazione sulle rendite finanziarie. La prima novità sarà probabilmente accolta con favore dai consumatori, che avranno più libertà di scelta al momento di saldare il conto dell’avvocato o dell’idraulico, ma si traduce in un adempimento oneroso per molti soggetti interessati. La seconda colpisce invece in modo trasversale i risparmiatori, con l’eccezione di quelli che possiedono solo titoli di Stato o buoni postali: questi strumenti finanziari mantengono il regime più favorevole del 12,5 per cento.
NIENTE GRADUALITÀ
Sul tema dei pagamenti si sono fatte sentire più volte nei mesi scorsi le associazioni di categoria dei lavoratori autonomi. Si chiedeva un percorso più graduale per l’applicazione della norma, introdotta con una legge di fine 2012 e resa operativa con un decreto interministeriale del gennaio scorso. La gruadualità però è destinata a terminare lunedì: fino al 30 giugno l’obbligo riguardava solo i soggetti con un fatturato superiore ai 200 mila euro; era prevista la possibilità di stabilire con un ulteriore decreto eventuali ulteriori soglie e limiti di fatturato, ma ciò non è avvenuto. Dunque almeno sulla carta l’obbligo riguarda tutte le imprese e i professionisti che ricevono pagamenti in cambio di prodotti o servizi. È stato notato però non c’è nessuna sanzione effettiva per coloro che non si dotano di terminale Pos, investimento comunque costoso sebbene in questo periodo le banche stiano offrendo agli interessati soluzioni scontate. Di fatto quindi l’obbligo potrebbe restare teorico, ovviamente se il beneficiario è disposto a correre il rischio di perdere il cliente. Le stesse associazioni hanno poi fatto notare che le nuove regole contengono alcuni punti di ambiguità: non è chiarissimo se il vincolo valga anche nei casi di interventi a domicilio ad esempio di un idraulico o di un elettricista: in questo caso l’apparecchiatura da acquistare dovrebbe comprendere anche Pos mobili.
LA SCELTA DEI RISPARMIATORI
Per quanto riguarda invece l’aumento della tassazione sulle rendite ci sono meno incertezze: scatterà in automatico da martedì sui rendimenti effettivamente percepiti: cedole di obbligazioni, plusvalenze azionarie, interessi di conti correnti, dividendi e così via. Ad esempio su un ipotetico patrimonio di 20 mila euro che fruttasse il 4 per cento l’anno (800 euro) il maggior esborso fiscale sarebbe di 48 euro (208 invece di 160). L’unica scelta che i risparmiatori sono chiamati a fare è se usufruire dell’affrancamento, ossia della possibilità di pagare il 20 per cento sui guadagni maturati al 30 giugno, evitando così di sottoporli a tassazione maggiore. Si può ad esempio scegliere (ci sono ancora poche ore) di vendere un certo titolo azionario, realizzando il guadagno, per poi eventualmente ricomprarlo subito dopo: ma il vantaggio rischia di essere limitato o vanificato dal costo delle relative commissioni. Oppure si può comunicare questa opzione alla banca entro il 30 settembre ma allora la disposizione varrà per l’intero patrimonio interessato: ovviamente c’è convenienza solo se si ritiene di conservare o incrementare i guadagni in futuro.