SAN VITO Un fantasma di cemento con lo sfondo dei trabocchi. É la vecchia stazione di San Vito Marina-Lanciano. Dismessa da anni è ancora lì a mostrare il suo orrore in quello che è il tratto più bello della costa frentana considerata da tutti “la perla d’Abruzzo”. Volendo fare sosta per una passeggiata tra i ciottoli o per assaporare un’ “impepata di cozze” ci si imbatte nel vicino parcheggio a fianco alla vecchia stazione ferroviaria. Si parcheggia in un’area polverosa piena di gomme di auto, tra vecchi binari completamente arrugginiti. La tabella azzurra che indica la fermata di San Vito è ancora fissata alle pareti. Il silenzio è incredibile prova dell’abbandono. Qui non c’è più il rumore dei treni che sfrecciano. La nuova linea ferroviaria passa da anni oramai in centro città. Andiamo a vedere cosa è rimasto della vecchia stazione e in cosa ci si può imbattere. Accedere nell’area è semplice perché solo parzialmente transennata e senza cartelli di divieto. Il benvenuto lo danno dei relè attaccati al muro che mostrano fili elettrici scoperti. Le rampe di scale che portavano ai binari sono diventate pattumiere a cielo aperto inaccessibili. Il gabbiotto del personale Fs e della vecchia biglietteria è murata con delle lastre di metallo imbrattate dalle scritte di vandali. Al posto del primo e secondo binario ora ci sono solo erbacce alte più di un metro, e sulle banchine di attesa ci sono alcune botole aperte con un groviglio di cavi ad alta tensione. Qui qualcuno ha avuto l’accortezza di ricoprirli con dei bastoni di legno, quelli che si usano per costruire i trabocchi e, nel caso migliore, con vecchi neon. Le finestre dei bagni mostrano una ragnatela di vetri a corona bucati da sassi buttati nell’interno. Nel retro dell’edificio ferroviario qualcuno ha sarcasticamente scritto con una bombletta tra due porte murate: “la formula delle felicità”. É rischioso avventurarsi in questa insolita passeggiata. Enormi voragini aperte sul suolo mostrano anche ciò che c’è nei sotterranei: qualcuno forse ci vive. In quelle che erano le sale per la biglietteria ci sono oramai finestre con vetri sfondati che mostrano spazi vuoti e spettrali. La zona adiacente sembra sia oggetto di lavori finanziati fondi europei e regionali. Un mega tabellone avvisa “ lavori di opere urgenti di ripascimento protetto del tratto del litorale denominato punta Turchino importo del progetto 400mila euro”. Il cartello c’è,il ripascimento ci sarà, ma la stazione dell’orrore per ora rimane.